Alla Fifa si parla campano

Figli di emigranti campani, dellaprovincia di Benevento e di quella di Avellino sono il capo della comunicazione e l’addetto stampa della Fifa:Walter De Gregorio e Giovanni Marti.

Guardano con simpatia al calcio campano, in particolare a Napoli. La Fifa conta quasi 400 dipendenti provenienti da più di cinquanta nazioni e tra loro due campani, appunto De Gregorio e Marti. De Gregorio, 48 anni, è stato nominato direttore della comunicazione nel 2011. Era già noto come opinionista della Rsi, la tv svizzera in lingua italiana; anni fa è stato eletto giornalista dell’anno. «I miei genitori, papà tifoso del Napoli e mamma tifosa della Juve, sono arrivati in Svizzera negli anni Sessanta.

Mio padre mi raccontava che il calcio era un’occasione di riscatto per gli italiani che lavoravano qui. Ho cominciato a seguire il calcio grazie a lui e il mio primo idolo è stato Cruyff, un uomo e un campione giusto», ha raccontato al sito www.cooperazione.ch, ricordando anche i suoi trascorsi da corrispondente politico da Roma per testate tedesche e svizzere. Ex calciatore, De Gregorio avrebbe potuto giocare nella nazionale giovanile svizzera, rinunciando alla nazionalità italiana ma non lo fece.

Adesso è direttore della comunicazione della Fifa e consulente personale del presidente Blatter. Impegno non agevole ma esaltante, vissuto con un sorriso e pensando anche alle squadre del cuore. «Papà tifoso del Napoli, ma la mamma è sempre la mamma: tifosissima della Juve, ho ricevuto la sua influenza, quello che prova la mamma nel mio caso lo prova anche il figlio…».

Racconta Marti, 40 anni: «Sono nato a Zurigo. Mia madre è di Cervinara e mio padre di Rotondi. Sono molto legato ai parenti campani: quando posso, vado a trovarli». L’approccio con il mondo del calcio nel 2009, quando è entrato nello staff dello Zurigo. «E che gioia quando andammo al Meazza per sfidare il Milan in Champions League».

Un anno fa l’ingresso di Marti nella Fifa. «Sono orgoglioso di essere qui e penso che lo siano anche i parenti di Cervinara. È bello rivedere la famiglia, passare un po’ di tempo con i parenti e incontrare amici. Mi piace anche Napoli, città stupenda a cui sono molto legato: fiero di essere campano e di parlare il dialetto». Nel Napoli ci sono tre svizzeri: Inler, Dzemaili e Behrami. «Conosco Inler e Dzemaili dai tempi dello Zurigo. Ogni tanto li sento e parliamo anche del Napoli. Seguivo il Napoli ai tempi di Maradona. Tifo per l’Avellino, però la squadra del cuore è l’Inter. “Colpa” di mio padre, che mi portò a vedere da bambino Grasshoppers-Inter a Zurigo. Tuttavia ho una profonda simpatia per il Napoli, una grande società: grazie al presidente De Laurentiis molte cose sono cambiate in questi anni e si vede. Mi auguro che presto la squadra vinca lo scudetto perché Napoli vive di calcio».(fonte ilmattino.it)