Anche la Indesit e sversava in Campania?

 

RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI La notizia è stata recuperata dall’Espresso e sarebbe datata 1996. Ma tenuta nel cassetto e che se vera (molto probabilmente) accredita ancora di più la tesi d’un patto per tutelare le aziende italiane a discapito della salute dei cittadini campani.

Secondo quanto scoperto, la Indesit della famiglia Merloni e le cooperative rosse, avrebbero sversato in Campania, con la complicità dei clan camorristici.

Le Cooperative rosse, la Indesit della famiglia Merloni, massoni di rango e industriali locali: gli uomini dei casalesi addetti al business miliardario del traffico dei rifiuti facevano affari con tutti. È questo lo sconvolgente scenario disegnato da un’informativa della Criminalpol del 1996, che non è mai stata pubblicata e che non ha avuto seguiti giudiziari.

Ed ancora:

«Nel 1986 iniziammo come clan dei casalesi a scavare dei terreni per fare rilevati per le cooperative rosse, che costruirono la superstrada a Casal di Principe. Nostre ditte che eseguivano i lavori in subappalto compravano questi terreni, oppure addirittura l’intero terreno, dopodiché si scavava e rimanevano queste buche».

Il clan capisce che le cave usate per la costruzione della strada delle coop possono trasformarsi in un nuovo, lucroso affare. Il pentito, le cui rivelazioni sui fanghi nucleari sono state desecretate pochi giorni fa creando sconcerto e paura nella Terra dei Fuochi, ne parlò subito con il suo capo. È il 1988: «Dissi a mio cugino, Francesco “Sandokan” Schiavone: “Guarda, possiamo incassare miliardi per l’immondizia; mio cugino rispose: “Che vogliamo fare? Vogliamo avvelenare Casale?! A quel punto io dissi: “No, allora non se ne fa niente».

E poi il riferimento alla Indesit ed alla famiglia Merloni che intanto dichiara la completa estraneità della propria azienda a questa vicenda , vecchia ormai di 18 anni:

La polizia è lapidaria: «È possibile accertare» si legge nell’informativa «un rapporto commerciale in atto tra l’indagato (Chianese) e la nota azienda per ciò che concerne il ritiro, il trasporto e lo smaltimento degli scarti del ciclo produttivo… L’attività di recupero rifiuti è infatti svolta dall’associazione di imprese Chianese-Giordano, che forte del beneplacito dei vertici amministrativi della Indesit opera con proprie regole e sostanzialmente fuori dai vincoli di legge».

 Le intercettazioni sono decine: i manager parlano con gli uomini dei casalesi di fanghi da smaltire, di vernici, bolle di accompagnamento e giri di denaro. «Lavorammo per due anni» ha spiegato a L’Espresso l’ispettore Roberto Mancini «Tutto finì in una bolla di sapone. Non fu facile portare avanti l’indagine, ho avuto mille ostacoli» (Fonte L’Espresso)

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