Anno Domini 2008: su Chiaiano i cittadini protestano? Manovrati dalla camorra

Oggi la notizia che la discarica di Chiaiano era gestita dalla camorra:

A Chiaiano, quartiere a nord di Napoli, la mega discarica è stata realizzata e gestita dall’imprenditoria criminale. Emerge dall’operazione congiunta dei carabinieri del Noe e del comando provinciale di Caserta che ha portato all’esecuzione di 17 misure cautelari, in otto sono finiti in carcere e nove ai domiciliari. Coinvolti i titolari delle imprese, i componenti della commissione di collaudo, professionisti e imprenditori indagati a vario titolo per associazione di stampo mafioso, traffico illecito di rifiuti, falso. I titolari delle ditte, dimostrano le intercettazioni, conoscevano già prima dell’assegnazione dell’appalto che si sarebbero aggiudicati la gara e dove sarebbe sorta la discarica. Un’operazione quella della Procura di Napoli, guidata dal procuratore capo Giovanni Colangelo, pm Marco Del Gaudio e Antonello Ardituro, che, a distanza di anni, svela modalità di aggiudicazione, realizzazione e messa in opera dell’enorme invaso (Fonte: il fatto quotidiano).

Eppure nel 2008 i cittadini che protestavano proprio contro questa discarica pericolosa per l’ambiente e la popolazione, venivano tacciati d’essere al servizio della camorra. Con tutte le manganellate incassate, tra l’altro.

I paradossi di un paese assolutamente ridicolo.

Vi propongo a titolo esemplificativo, il “pezzo” di una autorevole agenzia di stampa, la Reuters, ma ne potrei citare tante altre, che così scriveva proprio nei giorni della protesta:

NAPOLI (Reuters) – Le intercettazioni disposte dalla procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sugli scontri tra polizia e manifestanti che si oppongono all’apertura di una discarica a Chiaiano, a Napoli, mostrano che esponenti di un clan camorristico hanno soffiato sul fuoco della protesta.

Lo hanno riferito stamani fonti investigative, dopo che ieri è stato raggiunto un accordo tra il sottosegretario Guido Bertolaso e gli enti locali coinvolti a Chiaiano, per iniziare i rilievi tecnici nella cava di tufo individuata come sito per i rifiuti, con la partecipazione di periti nominati dal “fronte del no”.

L’accesso dei tecnici alla cava è previsto per domani mattina, e ancora non è chiaro quale sarà l’atteggiamento dei manifestanti di Chiaiano, Mugnano e Marano che si oppongono all’apertura della discarica.

Per tutta la giornata, oggi, e ancora questa sera, circa trecento persone sono rimaste nelle vicinanze del sito, mentre in serata, i responsabili dei tre enti locali campani hanno avuto in prefettura nuovi colloqui con il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa.

Da Bertolaso è giunto un appello ai dimostranti perché domani sia permesso ai tecnici di entrare nella cava senza problemi. “Siate diffidenti, ma lasciateci lavorare”, ha detto il sottosegretario parlando a “Porta a Porta”, ricordando che solo fra venti giorni si saprà se Chiaiano è idonea o meno a ricevere la discarica.

“MANDIAMO I RAGAZZI A FARE BORDELLO”

Intanto, in conversazioni telefoniche intercettate dagli investigatori, persone vicine al clan camorristico Lo Russo dicono che “bisogna mandare i ragazzi a picchiare le guardie e fare bordello” a Chiaiano, ha riferito una fonte investigativa.

I violenti scontri dei giorni scorsi nella zona periferica di Napoli hanno visto le forze dell’ordine opposte a manifestanti organizzati in comitati di quartiere contro l’apertura della discarica, e dopo l’intesa raggiunta ieri vige una tregua precaria.

Le analisi della cava, così come quelle degli altri siti indicati dal decreto legge del governo della scorsa settimana, dovranno terminare entro 20 giorni, dopodiché le parti saranno convocate “per riprendere la discussione sulla decisione finale”, come dice una nota congiunta dei partecipanti al vertice di ieri.

E questa tendenza si consuma tutt’oggi. Un pò come accadeva quando chi difendeva la terra diventava Brigante o criminale. Come vedete, in 153 anni poco o nulla è cambiato. Soprattutto quando i cittadini protestano o si ribellano, nel senso non indicato dal “sistema”. Camorristi, in una paradossale inversione valoriale.

Per par condicio, un’ottima inchiesta del 2011, di Rai News 24: