Con il federalismo tasse più alte al Sud, parola della Corte dei Conti

Qualche settimana fa, riportai le parole di Marco Esposito, che, sulle pagine de Il Mattino, dimostrava, dati alla mano, come in realtà, nella sublimazione dei paradossi italiani, al Sud si pagano più tasse per ricevere meno servizi.

Esposito immagina due famiglie tipo di 4 persone con un reddito di 40000 euro lordi. Una risiede a Napoli, l’altra a Milano.

In base a un conto su quattro voci di uscita e a una comparazione su quattro tipologie di servizi essenziali si può sintetizzare che a Napoli si paga il 69% in più e si riceve il 58% in meno.
Si immagini che entrambe le famiglie abbiano solo un’automobile (1900 diesel) e un ciclomotore (il classico cinquantino) la prima guidata in esclusiva da un patentato esperto di 55 anni, in classe di massimo scon- to, il ciclomotore guidato da un diciottenne. Ebbene, per il solo effetto della residenza, secondo le rilevazioni ufficiali dell’Ivass in base ai prezzi effettivamente praticati, la famiglia napoletana paga 1.360 euro di Rc au- to e 1.323 euro di Rc moto per un tota- le di 2.683 euro all’anno. La medesima famiglia residente a Milano versa per le due polizze 1.088 euro.
E non finisce qui. Al momento di
versare l’addizionale Irpef, su 40.000 euro di reddito la famiglia napoleta- na si vede prelevare il massimo possi- bile e cioè 320 euro dal Comune (0,80%) e 812 dalla Regione (2,03%) per un totale di 1.132 (2,83%); la medesima famiglia milanese paga 288 al Comune e 598 alla Regione per un totale di 886 euro. Per la sola tassa sui rifiuti la famiglia napoletana deve sborsare 781 euro che diventano 698 per l’analogo nucleo familiare mila- nese. Entrambe le famiglie versano 11.520 di Irpef nazionale per cui, sot- tratti dal reddito lordo le tasse nazio- nali e i balzelli locali, alla famiglia di Milano restano netti 160 euro al mese rispetto all’analoga famiglia che vive a Napoli

 

Così scriveva Esposito. Galli della Loggia lo definirebbe un intellettuale sudista, se non fosse che oggi la Corte dei Conti, conferma quanto proprio questo gruppetto di sudisti asserisce da tempo, sbugiardando le balle che vogliono i meridionali a godersi la vita, pagando meno tasse degli altri territori.

«Il ricorso alla leva fiscale è molto differenziato sul territorio con una “regola distorsiva” che penalizza i territori con redditi medi più bassi ed economie in affanno». Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri in Parlamento, evidenziando che Irap e addizionali Irpef «sono mediamente più alte nel Mezzogiorno».

I divari territoriali, si legge nel documento della Corte dei Conti presentato ai parlamentari, «sono particolarmente pronunciati anche nel caso dell’Irap con quasi due punti (67%) fra Calabria e provincia autonoma di Bolzano». Si tratta di differenze, ha sottolineato Squitieri, «che finiscono per colpire più pesantemente i livelli di imponibile più bassi» e le Regioni con «le realtà economiche più povere».

Queste ultime, ha detto Squitieri, «contando su una ridotta capacità fiscale del proprio territorio e costrette ad aumentare le aliquote per ripianare il deficit della sanità, finiscono per deprimere ulteriormente l’economia del territorio e la capacità di generare base imponibile. Un circolo vizioso che si concentra in misura particolare nel Mezzogiorno». (fonte il Mattino)

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