Del Rio: basta aiuti, il Sud deve imparare camminare da solo

Il viceministro del Rio, si concede oggi ad una lunga intervista realizzata dal Mattino. Questa risposta che cito qui sotto spiega tante, tante cose e da senso a molti appelli di Pino Aprile proprio a proposito del vice Renzi.

Domanda: Ma c’è anche il Sud, in questo clima da «lavori in corso»? La sensazione
è che non sia proprio al centro dell’agenda di governo neanche stavolta…

Risposta «È una sensazione errata. Renzi, non solo il sottoscritto, è sempre stato convinto che la partita dello sviluppo del Paese si gioca nel Mezzogiorno.
La questione meridionale per noi è parte del progetto di sviluppo del Paese, non un capitolo a sé stante: la gente del Sud deve iniziare a correre da sola, senza aiuti e sostegni esterni».

Caro Del Rio, lei ha ragione. Ma per camminare da solo il Sud ha bisogno di alcune misure senza le quali sarebbe come invitare Làzzaro ad uscire dal sepolcro, avendogli però murato l’uscita col cemento.

Mi permetto di darle alcuni consigli, da uomo della strada, senza alcuna pretesa da dottore della Bocconi, o da professore con l’accento milanese, misure che credo siano quanto meno di buon senso, per rimettere in equilibrio il Sud col resto del Paese:

– Perequazione delle tariffe RC auto su tutto il territorio nazionale, in accordo con la classe di merito e non con la provincia di residenza. Non si comprende infatti perchè io che non ho mai fatto un incidente in vita mia ed abbia la fedina penale immacolata, debba pagare il triplo di premio assicurativo rispetto ad un soggetto che alle mie stesse condizioni, risiede in una provincia del Nord.

– Perequazione delle condizioni per l’accesso al credito, da parte delle imprese meridionali, in riferimento alle percentuali di pagamento degli interessi passivi (nel 2012 confartigianato ha elaborato un dossier che evidenziava lo spread dei tassi di interesse su base geografica, le più penalizzate sono state le aziende del Sud (a Crotone i tassi svettano all’8,21%, con un aumento di 161 punti base tra giugno 2011 e giugno 2012), rispetto al Nord. A Bolzano i tassi si sono fermati al 3,91% (+76 punti base annui).

– Obbligo per le imprese che si occupano di estrazione e raffinazione di petrolio e gas di stabilire la sede legale nei territori che “utilizzano” (telefonare poi alla Basilicata o alla Sicilia per verificare il Pil “aggiornato” delle regioni). Incidentalmente, per ironia della sorte in alcuni casi, le bollette energetiche al Sud sono più alte che al Nord.

– Creare una no tax area della durata 5 anni nel Mezzogiorno, per attrarre investimenti (telefonare governo comunistacapitalista cinese per chiedere informazioni in merito, parola d’ordine “Shangai”) e fermare l’emorragia di giovani laureati che potrebbero essere impiegati sul territorio. Oltre che fermare la desertificazione imprenditoriale.

– Istituire misure perequative per gli investimenti degli utili delle fondazioni bancarie sul territorio nazionale. Le 47 Fondazioni che hanno sede nel Nord del Paese hanno complessivamente un patrimonio di oltre 31 miliardi di euro, pari al 74,7% del patrimonio complessivo. In particolare nel Nord Ovest del Paese, dove risiedono 6 delle 18 Fondazioni di grande dimensione, il valore medio del patrimonio è più del doppio della media generale (1.107 milioni di euro contro479). Il Nord Est ha una presenza più diffusa di Fondazioni (30), ma un valore medio del patrimonio più contenuto della media (423 milioni di euro). Il Centro, che pure conta 30 Fondazioni, ha valori patrimoniali medi ancora più contenuti, con 290 milioni di euro. Il Sud e le Isole pesano meno nella distribuzione territoriale (solo il 4,7% del totale), contando 11 Fondazioni dotate di un patrimonio medio che con 181 milioni di euro si pone sotto la metà del dato generale. (fonte: diciottesimo rapporto ACRI). E la mente vola alle sorti del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, con le relative svendite.Poichè gli investimenti degli utili avviene nei territori ove la fondazione bancaria, proprietaria delle banche, ha la sede legale, non si vede perchè il risparmio di noi terroni debba generare utili che vengono investiti altrove. Insomma, se proprio dobbiamo imparare a camminare da soli, che rimangano sul territorio,no?

– Prevedere, al Sud come al Nord, che gli incassi, derivanti dalla visita dei beni culturali, restino ai territori in cui quei beni si trovano. Nella fattispecie alle Soprintendenze di competenza e pianificare la partecipazione dei privati (associazioni, enti no profit, società con scopo di lucro questo si può valutare in un secondo momento) alla gestione di quel bene. Scommettiamo che non vedremo più scene di cancelli chiusi e degrado?

Attuate misure del genere, vi prego, non spedite “Giù al Sud” neanche un euro, che fanno la fine di quelli fuoriusciti tempo addietro dalla Cassa del Mezzogiorno (ohibò, nelle tasche di chi sono andati?).

Neanche due euro, no, neanche quelli, chè, altrimenti, vengono investitori da tutto il mondo a costruire cattedrali nel deserto, incassare i fondi stanziati e poi se ne vanno, lasciando emigrazione e disoccupati (prego telefonare cittadini calabresi e chiedere a loro per eventuali chiarimenti).

Ecco caro Del Rio, ecco alcuni suggerimenti per permettere al Sud di camminare da solo senza aiuti, come dice lei. Per ristabilire le condizioni di partenza di questa storia comune.  Einaudi, uno dei padri fondatori di questa Repubblica, scrisse:

É vero che noi settentrionali abbiamo contribuito qualcosa di meno ed abbiamo profittato qualcosa di più delle spese fatte dallo Stato italiano dopo la conquista dell’unità e indipendenza nazionale, peccammo di egoismo quando il settentrione riuscì a cingere di una forte barriera doganale il territorio ed ad assicurare così alle proprie industrie il monopolio del mercato meridionale, con la conseguenza di impoverire l’agricoltura, unica industria del Sud; è vero che abbiamo spostato molta ricchezza dal Sud al Nord con la vendita dell’asse ecclesiastico e del demanio e coi prestiti pubblici. (da Il buongoverno)

Il resto sono solo chiacchiere diversamente leghiste per prendere voti in patania.

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6 Risposte a “Del Rio: basta aiuti, il Sud deve imparare camminare da solo”

  1. Basta megastipendi,pensioni d’oro e privilegi ai politici……..devono imparare a camminare da soli,lavorare con le loro braccia e non continuare a fare i parassiti alle spalle della gente che lavora…………!!!

  2. cosa non darei per sentire queste parole (affermate con forza) a uno di quei talk show con tanti politicanti
    incapaci di stampo Pd+o-L, lega e frattaglie varie degli stessi.

  3. Sottoscrivo tutto quello sopra scritto in più aggiungo che al Sud soprattutto in Sicilia le autostrade sono di terzo mondo così pure le ferrovie .NOI SIAMO FELICISSIMI DI CAMMINARE DÀ SOLI MA DOBBIAMO AVERE LE CONDIZIONI X POTERLO FARLO.

    1. appunto chiara…QUesti vanno ancora avanti con la favoletta degli aiuti, della carità, ma chi aiuta chi?

      Basterebbe dare seguito ai punti di cui sopra. E saremo felicissimi di andare avanti con le nostre gambe. Con la dignità che ci contraddistingue.

  4. Egregio dek RIO – Dalla tua affermazione deduco che non sei mai andato al SUD. e se ci sei andato non hai mai avuto rapporti . di qualunque genere .

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