Dove va a finire l’energia prodotta in esubero dalla Calabria?

Questo articolo è molto interessante e propone delle riflessioni su taluni aspetti, quello della produzione e della distribuzione energetica, ad esempio, che spesso non consideriamo.

La Calabria, ad esempio, produce un surplus di energia elettrica, di cui non necessita. Ciononostante, ne viene comunque richiesto per motivi di “interesse nazionale”.

E’ come se a casa mia mangiassimo in 100 pur essendo la mia famiglia di sole due persone.

Con tutto quello che ne consegue in termini di salute e sostenibilità ambientale.

Ora è di tutta evidenza che l’incremento di produzione energetica tra le due Regioni è assolutamente non proporzionale (la Calabria ha avuto un incremento di quasi il 600% mentre il Veneto poco superiore al 50%) ed anche in termini assoluti non si comprende come mai una regione a vocazione turistica ed agro-alimentare debba snaturare la propria economia, il proprio prezioso ecosistema per produrre quasi il doppio del proprio fabbisogno. Tutto ciò non è solo incomprensibile da un punto di vista strategico ma rappresenta un costo, ed un costo pesante, che si riversa sulla Regione Calabria: maggiore produzione energetica significa aumento dei tumori, delle patologie respiratorie e circolatorie e questo, ovviamente, si ripercuote sulla spesa sanitaria Regionale, senza voler parlare del danno sociale e morale che tale situazione genera. E qui si torna al “superiore interesse nazionale”: è necessario che ciascuno faccia la propria parte per un interesse che va al di là di quello regionale o territoriale. Ma siamo davvero sicuro che ciascuno faccia la propria parte? Come mai le politiche energetiche hanno relegato la Calabria a ruolo di “batteria” per le regioni del nord, penalizzando fortemente l’economia di una regione che potrebbe, ed anzi dovrebbe, vivere floridamente di turismo? Come mai allora il “superiore interesse nazionale” non è stato invocato quando si è trattato di applicare il “federalismo fiscale”?

L’articolo completo:
Ora è di tutta evidenza che l’incremento di produzione energetica tra le due Regioni è assolutamente non proporzionale (la Calabria ha avuto un incremento di quasi il 600% mentre il Veneto poco superiore al 50%) ed anche in termini assoluti non si comprende come mai una regione a vocazione turistica ed agro-alimentare debba snaturare la propria economia, il proprio prezioso ecosistema per produrre quasi il doppio del proprio fabbisogno. Tutto ciò non è solo incomprensibile da un punto di vista strategico ma rappresenta un costo, ed un costo pesante, che si riversa sulla Regione Calabria: maggiore produzione energetica significa aumento dei tumori, delle patologie respiratorie e circolatorie e questo, ovviamente, si ripercuote sulla spesa sanitaria Regionale, senza voler parlare del danno sociale e morale che tale situazione genera. E qui si torna al “superiore interesse nazionale”: è necessario che ciascuno faccia la propria parte per un interesse che va al di là di quello regionale o territoriale. Ma siamo davvero sicuro che ciascuno faccia la propria parte? Come mai le politiche energetiche hanno relegato la Calabria a ruolo di “batteria” per le regioni del nord, penalizzando fortemente l’economia di una regione che potrebbe, ed anzi dovrebbe, vivere floridamente di turismo? Come mai allora il “superiore interesse nazionale” non è stato invocato quando si è trattato di applicare il “federalismo fiscale”? – See more at: http://alimagazine.net/?p=1011#sthash.71jCgiAI.1uK9VrJm.dpuf
Ora è di tutta evidenza che l’incremento di produzione energetica tra le due Regioni è assolutamente non proporzionale (la Calabria ha avuto un incremento di quasi il 600% mentre il Veneto poco superiore al 50%) ed anche in termini assoluti non si comprende come mai una regione a vocazione turistica ed agro-alimentare debba snaturare la propria economia, il proprio prezioso ecosistema per produrre quasi il doppio del proprio fabbisogno. Tutto ciò non è solo incomprensibile da un punto di vista strategico ma rappresenta un costo, ed un costo pesante, che si riversa sulla Regione Calabria: maggiore produzione energetica significa aumento dei tumori, delle patologie respiratorie e circolatorie e questo, ovviamente, si ripercuote sulla spesa sanitaria Regionale, senza voler parlare del danno sociale e morale che tale situazione genera. E qui si torna al “superiore interesse nazionale”: è necessario che ciascuno faccia la propria parte per un interesse che va al di là di quello regionale o territoriale. Ma siamo davvero sicuro che ciascuno faccia la propria parte? Come mai le politiche energetiche hanno relegato la Calabria a ruolo di “batteria” per le regioni del nord, penalizzando fortemente l’economia di una regione che potrebbe, ed anzi dovrebbe, vivere floridamente di turismo? Come mai allora il “superiore interesse nazionale” non è stato invocato quando si è trattato di applicare il “federalismo fiscale”? – See more at: http://alimagazine.net/?p=1011#sthash.71jCgiAI.1uK9VrJm.dpuf
Ora è di tutta evidenza che l’incremento di produzione energetica tra le due Regioni è assolutamente non proporzionale (la Calabria ha avuto un incremento di quasi il 600% mentre il Veneto poco superiore al 50%) ed anche in termini assoluti non si comprende come mai una regione a vocazione turistica ed agro-alimentare debba snaturare la propria economia, il proprio prezioso ecosistema per produrre quasi il doppio del proprio fabbisogno. Tutto ciò non è solo incomprensibile da un punto di vista strategico ma rappresenta un costo, ed un costo pesante, che si riversa sulla Regione Calabria: maggiore produzione energetica significa aumento dei tumori, delle patologie respiratorie e circolatorie e questo, ovviamente, si ripercuote sulla spesa sanitaria Regionale, senza voler parlare del danno sociale e morale che tale situazione genera. E qui si torna al “superiore interesse nazionale”: è necessario che ciascuno faccia la propria parte per un interesse che va al di là di quello regionale o territoriale. Ma siamo davvero sicuro che ciascuno faccia la propria parte? Come mai le politiche energetiche hanno relegato la Calabria a ruolo di “batteria” per le regioni del nord, penalizzando fortemente l’economia di una regione che potrebbe, ed anzi dovrebbe, vivere floridamente di turismo? Come mai allora il “superiore interesse nazionale” non è stato invocato quando si è trattato di applicare il “federalismo fiscale”? – See more at: http://alimagazine.net/?p=1011#sthash.71jCgiAI.1uK9VrJm.dpuf

LA CALABRIA PILA ELETTRICA DEL NORD: ALI PROPONE IL FEDERALISMO ENERGETICO. | Area Liberale Italia Magazine.

 

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