Gigi di Fiore: è dalla fondazione di questo paese che il Sud paga più tasse. Lo diceva Nitti.

Molto interessante il post del blog di Gigi di Fiore che commenta una settimana di accuse sul Mezzogiorno palla al piede e che si conclude con la “sentenza” della Corte dei Conti: al Sud si pagano più tasse che altrove (toh, non lo avevami mai detto).

Gigi di Fiore non è solo un giornalista, ma un ottimo scrittore e storico.

Così, proprio oggi dal suo Blog, fa notare quanto il dibattito sul Sud palla al piede, sia vecchio di quasi due secoli. Solita solfa senza soluzione. Ma interpreti di maggiore spessore e livello, oltre che di una grandissima onestà intellettuale scevra di pregiudizi e clientele.

Scrive Di Fiore:

Negli interventi degli ultimi giorni, per evidenziare i limiti della classe dirigente del Sud, qualcuno ha citato Gramsci, le sue idee sul ceto latifondista meridionale che, all’alba dell’unità d’Italia, si chiuse nella conservazione di potere e ricchezze, saldandosi con i ceti imprenditoriali del Nord. Ma Gramsci era andato più avanti nelle sue interpretazioni sul Risorgimento. Aveva considerato la guerra del brigantaggio una lotta civile, una guerra contadina, anche se non organizzata.

E aveva auspicato che, dopo quella guerra, i contadini meridionali potessero prendere coscienza di classe unendo le loro forze con gli operai del Nord. Dunque, brigantaggio sanguinosa rivolta sociale contro le false promesse unitarie e la conservazione del ceto dei possidenti meridionali. Una lettura che sarebbe stata seguita anche da Franco Molfese, mentre Gaetano Salvemini riprese poi la tesi gramsciana sulla speranza di saldatura sociale operai del nord-contadini del Sud, per favorire lo sviluppo nel Mezzogiorno.

 

Completa cioè quella approssimazione con cui Galli della Loggia aveva strumentalmente usato il Gramsci che denunciava la condizione dei “terroni” subito dopo l’Unità.

“Il bilancio dello Stato dal 1862 al 1896-97” pubblicato nel 1900, già conteneva interessanti osservazioni sulla tassazione dei primi 30 anni di unità. “L’Italia meridionale è assai più duramente colpita dalle imposte dell’Italia settentrionale”, scriveva lo studioso lucano. Era il risultato di un’analisi statistica su distribuzione dei tributi, ripartizione della spesa pubblica e ricchezza comparati tra le diverse regioni italiane.

“Per 40 anni lo Stato ha destinato le sue risorse prevalentemente alle regioni della valle del Po” scriveva ancora Nitti. Aggiungendo: “In proporzione alla sua ricchezza, l’Italia settentrionale ha pagato assai meno di quanto dovuto allo Stato e l’Italia meridionale molto di più”. Da qui una conclusione: il famoso divario Nord-Sud, all’inizio minimo, nei primi 30 anni di unità era andato progressivamente aumentato. Curioso, no?

Qui l’articolo completo dal blog di Gigi di Fiore

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