I piazzisti della politica sulla pelle dei migranti: speriamo che tra di loro ci sia il nuovo Mandela

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Interessanti riflessioni di Pino Aprile sul fronte compatto dei “no migranti” al Nord:

I presidenti di Lombardia, Veneto e Liguria, Roberto Maroni, Luca Zaia, Giovanni Toti, rifiutano di accogliere nelle loro regioni la quota di migranti stabilita dal piano approntato dal ministero dell’Interno. Così, invece di muoverci compatti verso un’Europa che vorrebbe lasciarci il cerino in mano, ci proponiamo divisi e perdenti, per i soliti “Prima il Nord”, “Prima il Veneto”, “Prima il Trota”.

Già ora, Lombardia e Veneto ospitano il 40 e il 50 per cento di migranti in meno di quanto dovrebbero; e tutte e tre le regioni messe insieme ne hanno meno della sola Sicilia. Maroni ha minacciato il taglio di risorse regionali ai Comuni che accettassero di collaborare con il governo nazionale. Gli è stato fatto notare che se il governo dovesse agire alla stessa maniera, a Lombardia e Veneto potrebbero essere tagliati del 40 e del 50 per cento (la percentuale di quote accoglienza non rispettate) i fondi per i trasporti, la sanità…

Un modo di ragionare da spacciatori di pentole fallate alla sagra della porchetta o del culatello.

Ma la vera dimensione della cialtronata di questi urlatori da cortile è che agiscono come se loro non c’entrassero niente con la tragedia degli arrivi dei barconi e dovessero solo difendersi dal problema; e la soluzione toccasse soltanto al governo, alle Regioni del Sud, comunque “agli altri”. Ma sono proprio loro, Zaia, Maroni, mutande verdi e smutandate arcoriane che non hanno saputo risolvere la faccenda, nonostante con Berlusconi (il cui mini avatar, Toti, si è subito aggregato alla politica da Vanna Marchi dei due piazzisti di piazzate) possano vantare i governi più duraturi della storia della Repubblica, retti dalle maggioranze più grandi della storia della Repubblica.

E lo scalmanato Maroni è invecchiato sulla poltrona di ministro dell’Interno. Nessuno ha avuto più tempo, voti e potere di loro per risolvere il problema; la legge sui migranti che gli fa schifo, la Bossi-Fini, l’ha fatta la loro maggioranza e l’ha firmata l’allora padrone della Lega.

E mo’ cu cchi t’a vuo’ piglia’? E fanno pure i barricaderi, perché “gli altri” non sanno come uscire da un guaio che loro hanno lasciato irrisolto e forse aggravato! Il governo Renzi mi sta simpatico come l’ortica nei pantaloni e prima se ne va, meglio è; ma bisogna essere davvero senza pudore per pensare di mandarlo a casa con tali argomenti, con quelle facce e quel passato prossimo. Per “difendere la razza” (l’umanità potrebbe sopportare la contaminazione del dna del Trota?), hanno avuto mezzi e tempo che nessun altro ha avuto.

Strillare e basta, facendo finta di essere capitati da queste parti ieri sera, serve solo ad aumentare rabbia, razzismo e confusione; invece di cercare, ognuno come può, un modo per ridurre danni e disagi per tutti. Personalmente, non ritengo si possano fermare ondate di esseri umani in fuga da fame e guerra (a meno di voler sterminare qua chi sfugge allo sterminio là), ma fra il peggio sicuro e il meglio impossibile, ci sono molte sfumature di meno peggio.

Se il Paese sta come sta, è perché lo abbiamo messo, da decenni, in mano a ‘sta gentaglia. Di questo passo, ci toccherà sperare che fra quei migranti arrivi un Nelson Mandela (il carcerato che liberò i suoi carcerieri) capace di ricostruire un Paese dilaniato. Magari senza che stia prima quarant’anni in galera.