Il compleanno padano

comesefosse

 

di Alfredo Cosco

 

Ad uso e consumo dei terroni che emigrano (perchè o napulitan nun po’ viaggià cit.) è il caso di raccontare una sostanziale differenza che l’unità d’Italia non è riuscita a sanare, il festeggiamento del compleanno.

Al sud quando festeggi un compleanno inviti gli amici e se fai un invito ti assumi l’onere che quell’invito comporta, allora per risparmiare, finché sei adolescente, coinvolgi mamma, nonna e zia e le fai felici chiedendogli di preparare, che so, per una ventina persone qualcosa tipo mille pizzette, trentasette chili di rustici, venti pizze di scarole e una torta che ci potresti sfamare l’Etiopia per un anno.

Quando sei un po’ più grandicello e vuoi fare il ganzo butti dentro gli amici e dici ‘vabbè dai ognuno porta qualcosa’ e loro chiederanno alle rispettive mamme, nonne e zie portando quindi mille pizzette, trentasette chili di rustici, venti pizze di scarole e una torta che ci potresti sfamare l’Etiopia per un anno, ma a testa.

Quando proprio, in quei rari casi, tu non abbia la possibilità di coinvolgere il parentado nella preparazione e neanche i tuoi amici, beh allora gli dici: ‘Ma si! andiamo a prenderci una birra tutti insieme’, ma comunque ti assumi l’onere di quella birra e metti a preventivo una cent’euro, che se poi sei furbo ti vai a mettere d’accordo prima con il tipo del bar e fai uscire un forfait. Fai questa spesa anche perchè: siccome il compleanno lo fanno tutti almeno una volta all’anno, posto che la tua compagnia sia di una decina di persone, per una volta che paghi ce ne saranno nove che non paghi, per cui i conti a fine anno tornano.

A nord no. Al nord ti invitano al compleanno facendo gli sboroni: ‘andiamo tuti in pizzeria’, ‘siamo almeno una trentina non puoi mancare’, ‘dai vieni che ci divertiamo’

E tu all’inizio pensi: ‘ma vedi che signori, altro che pizzette e rustici fatti in casa, altro che auto organizzazione, mica come noi terroni pezzenti’

E ingenuamente ci vai.

Quando sei in pizzeria, per educazione, prendi una margherita e una birra peroni mentre intorno a te vedi un fiorire di pizze capricciose (una delle pizze più care al mondo, almeno dal rubicone in su), vedi gente che prende linguine allo scoglio (che tipo costano 30 euri e sono anche fatte col pesce surgelato del Liddle), qualcuno si prende filetto di Angus argentino al pepe verde (che siccome il manzo viene massaggiato tutti i giorni da un thailandese strabica una fettina costa quanto una Multipla), e se hai il coraggio di commentare: ‘Azz ti tratti bene’, ti rispondono anche stufati: ‘Eh vabbè mica mi posso mangiare la solita pizza’.

A fine pasto poi non ci si fa mancare nulla, caffè, ammazza caffè, sorbetto, ma una torta difficilmente la vedrai, e lì un dubbio cominci a fartelo.

Poi arriva il momento fatale, sei già li pronto con il cappotto che stai per andartene e vai a ringraziare il festeggiato quando lui dice: ‘Apetta allora ti faccio fare il conto’.

Ehhhhhhhhhhhhhh? Il conto? Sono a una festa di compleanno, se volevo pagare il conto mi sceglievo io il ristorante e non mi prendevo una margherita e una Peroni.

‘Si vedi sono 25 euro a testa, perchè sai si divide equamente’ ti apostrofa a quel punto da dietro lo stronzo che si è preso il filetto al pepe verde.

E tu vai via con un grosso magone perchè nel pomeriggio ti eri anche scapicollato per andare a fare un regalo decente al festeggiato.

Per cui da quando vivo al nord ho imparato a declinare gentilmente gli inviti alle feste di compleanno e se ci vado vuol dire che ho veramente in gran stima la persona che festeggia gli anni, altrimenti sarei ridotto sul lastrico.

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