Il “tiro al piccione” ai lazzaroni napoletani

Degrado al Rione Traiano (1)È iniziato il tiro al piccione al “lazzarone” napoletano, dopo l’ultimo episodio cruento del diciassettenne morto al Rione Traiano, condito dai soliti insulti razzisti che stanno sempre bene un pò bene ovunque, il solito coro di “colerosi”, “schifosi” , delinquenti e quant’altro e che dimostrano la cifra morale di un paese profondamente decadente.
Accanto a costoro, ai commentatori “di pancia”,i radical chic emigrati che dalle pagine dei rotocalchi del nord, si indignano contro la Napoli “sanfedista” e “lazzarona”. Gli stessi giornalisti e intellettualoidi radical chic a legalitá unidirezionale per cui magari lo stesso reato compiuto in localitá più esotiche avrebbe valutazioni diverse, con una nuova personale inversione (e valutazione) tra vittima e carnefice.

O semplicemente basta avere un accento differente e non essere nati al Rione Traiano.

Premesso che la legalità è alla base di qualsiasi tipo di riscatto sociale o di condensazione di istanze sociali, ma pare che nessuno abbia interesse ad andare alla radice del problema, soffermandosi invece sul paradosso pur sempre inurbano ed illegale di tre individui su uno scooter privo di assicurazione.
Nessuno che spenda una parola sulle ragioni di un disagio economico (pare che il ragazzo non potesse permettersi l’assicurazione)  che, con la compiacenza di tutti lor signori che siedono sulle poltroncine in pelle delle stanze dei bottoni, vede Napoli piagata da tariffe Rc auto che accomunano l’incensurato partenopeo al truffatore di qualsiasi latitudine. Nessuno che spenda una parola sulla discriminazione assicurativa contraria a qualsiasi principio di civiltà giuridica.

Mettetevelo in testa, voi che vi indignate nelle vostre stanzette pagate da rendite di posizione che noi precari sogniamo, voi che forse se usciste per strada ed interrogaste la gente, scoprireste che a Napoli una assicurazione costa più di uno scooter. Non lo sapevate?

Quindi uno sceglie. O mangia, o si assicura. E fa una scelta pure quando quel “mezzo” serve a raggiungere un lavoro a nero, a 400 euro al mese irragiungibile coi mezzi pubblici. Perchè c’è la crisi e i comuni tagliano. Amen. Non c’è scelta in un sud dove la crisi divora ogni cosa e la solidarietá dà sollievo con esperienze di baratto. Dove, basta osservare l’autogestione nata sulle pagine di Facebook, si scambiano scarpe con pantaloni, materassi con altre utilità, supplendo ai tagli di un welfare balordo e di scelte economiche discutibili (la “spesa storica” , ricordi?).

In quartieri che hanno fatto la fortuna di sceneggiatori e produttori cinematografici, dove la promiscuità con l’illegalità e la mancanza di lavoro, oltre che di un welfare state adeguato, rappresentano per chi è poco più che adolescente la mela offerta da chi cerca manovalanza funzionale ad intessi criminali. E lo Stato come risponde? Semplicemente chiudendo scuole, rifiutandosi di costruirne di nuove e non finanziando nè sostenendo, le misure contro l’evasione scolastica.

E continuiamoci a sorbire la solita noiosa nenia dei napoletani lazzaroni e incivili che fa comodo a tutti perchè è un esimente contro le responsabilità.

Ma voi che ne sapete…”e malament simm nuie..”

2 Risposte a “Il “tiro al piccione” ai lazzaroni napoletani”

I commenti sono chiusi.