Lo scrivevo qualche settimana fa, avendo vissuto la scossa di magnitudo 6.5 nelle Marche: se c’è una cosa che in terremoti così violenti atterrisce è il suono del boato che precede di qualche attimo prima che la scossa inizi a spigionare la sua potenza.
Anche in Irpinia, esattamente 36 anni fa, una stazione radio riuscì a registrare quel suono che evoca incubi che restano tatuati nelle esperienze di ciascuno, e non vanno via. E questo documento è terribile proprio per la dicotomia tra la musica che richiama l’idea della festa e della quotidianità, e il boato che distrugge ogni cosa. Vita e morte.
Per non dimenticare una ferita ancora aperta: