Iraq e Paesi arabi con un occhio alle eccellenze del Sud

“Il mondo arabo e la sponda sud del Mediterraneo costituiscono un mercato destinato a crescere. In particolare per quanto riguarda l’agroalimentare (a Cagliari sono state avviate molte trattative sul commercio internazionale di vino, olio e pomodori con gli Emirati); e poi per l’artigianato, l’arredamento, le costruzioni, il turismo. In Egitto c’è poi molto interesse per la tecnologia e la formazione sulle rinnovabili”. Schiavone ha anche aggiunto che si punta a creare “una rete delle Borse Mercato del mondo arabo in tutta Italia” queste le parole di Raimondo Schiavone, vicepresidente della Camera di Commercio Italo-Araba, nel corso di una due giorni organizzata a Cagliari nell’ambito della prima edizione della Borsa Internazionale delle imprese italiane e arabe.

Secondo quanto riferisce il settimanale economico il Denaro, l’Ambasciatore straordinario e plenipotenziario iracheno in Italia a Roma, Saywan Sabir Mustafa Barzani, invitando investitori e imprenditori italiani nel proprio paese ha marcato gli interessi economici tra le regioni meridionali ed i Paesi del mondo arabo “Soprattutto nel settore delle costruzioni il prodotto italiano da noi è considerato il numero uno; con la Sardegna il primo tipo di rapporto riguarda il petrolio, con altre regioni come Puglia, Calabria e la Campania riguarda anche agroalimentare, turismo e tessile”.

I prodotti meridionali soprattutto le eccellenze agroalimentari suscitano un notevole appeal ed interesse  proprio per le affinità che segnano un comune denominatore vecchio di secoli di contatti commerciali e culturali.

Nel corso dell’evento sono poi state illustrate le opportunità per le aziende italiane, ce ne sono anche di campane impegnate nei progetti, per la ricostruzione in Iraq. Aziende che utilizzano manodopera non locale. E’ il caso dell’azienda casertana Cofiba  che impiega  i propri dipendenti italiani in Iraq che pongono in essere anche dei programmi  di formazione per la manodopera locale.

La stabilizzazione dell’area dunque non può che costituire un volano di sviluppo per tutti i paesi del Sud Europa bagnati dal Mediterraneo. E se si costituisse un’area di mercato comune tra i Paesi della sponda meridionale dell’Europa? Io penso che ci guadagneremmo.