Questi, in una sorta di difesa che sa più d’arrampicata sugli specchi che di ragionevole (e ragionata) difesa del proprio cliente dichiarano, in un articolo di Giusi Fasano:
“La salute non è un valore assoluto e non giustifica tutto. Solo un talebano in malafede può sostenere che ci siano valori assoluti sopra ogni cosa e in ogni circostanza”. “Con la sentenza della Corte Costituzionale, sul decreto “salva Ilva” – prosegue – si dice che la tutela della salute è demandata a poteri diversi dalla magistratura e che ci sono poteri attribuiti al giudice amministrativo sui quali i magistrati della procura di Taranto non possono minimamente interferire. E’ invece loro si sono arrogati quei poteri”. Secondo De Luca verso Riva ci sarebbe un vero e proprio accanimento giudiziario: “Emilio è in condizione di salute precaria – ha affermato- Si arrabbia perchè è convinto di subire ingiustizie. Sono preoccupato per lui. E’ l’unico caso in Italia dove un uomo di 87 anni è ai domiciliari da luglio dell’anno scorso”.
Premesso che la tutela della salute è uno dei diritti costituzionalmente garantiti, siamo preoccupati anche noi per le sorti dell’87enne Riva.
Chissà se il signor Riva (ed il suo avvocato) hanno mai pensato a tutti quei tarantini che alla veneranda età di 80 anni non ci sono mai arrivati, non per colpa loro, ma per le malattie contratte a causa dell’inquinamento che insisteva sulla città di Taranto…
[banner size=”468X60″]