Lo sapevate che….quattro perle tratte da “Giù al Sud” di Pino Aprile

– Cosa muove il montante risentimento di una città comunemente definita “babba” (diciamo: inerte, per non offendere) come Messina? Incredibilmente, il recupero della memoria dei soccorsi dopo il terremoto del 1908: arrivarono diecimila bersaglieri, con un milione di pallottole e cominciarono a sparare sui superstiti “sciacalli”, anche se a rubare i beni delle vittime, si scoprì, erano soprattutto i militari. e in parlamento si propose di rivolvere la faccenda, bombardando le macerie, sotto le quali erano, sepolte ma vive, migliaia di persone.

– Sempre maggiore il numero di giovani laureati del Sud che decidono di restare o addirittura tornare, rifiutando ottime offerete all’estero e al Nord, per migliorare la propria condizione, migliorando quella della propria terra. Il fenomeno ha assunto tale importanza, che un grande antropologo, il professor Vito Teti, lo ha studiato come si trattasse di una nuova tribù, chiamandolo, con un bellissimo neologismo, “La Restanza – l’antropologia del restare”.

– Torremaggiore: il paese di Nicola Sacco, giustiziato innocente, sulla sedia elettrica, con Bartolomeo Vanzetti; ma anche il paese di Michele Caruso, uno dei più audaci “briganti” che combatterono anni contro l’invasione piemontese e ne sconfisse reparti in campo aperto. Il primo, dopo 50 anni, è stato rabilitato dallo Stato del Massachusetts; il secondo, dopo 150 anni, è ancora “brigante”…

– Il dolore del Sud, per il massacro subìto, la distruzione della sua società e della sua economia, fu smaltito il musica (chi soffre, canta). Così sono nate le più belle canzoni “italiane”, in realtà quasi esclusivamente napoletane; e, da emigrati principalmente siciliani, a New Orleans, addirittura il jazz, in cooperazione e concorrenza con i neri, a Congo Square; mentre “la sesta napoletana”, la serie di accordi che più intesamente “racconta” il dolore, invadeva tempo e spazio, sino alle canzoni di Jim Morrison, dei Rolling Stones (Angie).