L’Oasi di Persano minacciata da due discariche

Il clima della Campania garantisce precipitazioni piovose dall’autunno alla primavera. Il periodo estivo è tipicamente siccitoso. Le attività agricole specializzate della piana del Sele, durante l’estate, sono possibili grazie all’acqua erogata dalle grandi sorgenti alimentate dai rilievi montuosi calcarei che alimentano il fiume con portate complessive di circa 15 metri cubi al secondo. Nel 1932, durante il regime fascista, fu inaugurata la traversa di Persano, nel comune di Serre, che costituisce uno sbarramento mobile per fare sollevare l’acqua in modo da essere incanalata e trasportata per gravità agli impianti di irrigazione della piana. Il rallentamento dell’acqua fluviale ha consentito la formazione dell’area umida che alcune decine di anni dopo è diventata l’area protetta ‘Oasi di Persano‘ gestita dal Wwf.
Le acque dell’Oasi riforniscono ogni anno circa 250 milioni di metri cubi di acqua (equivalenti all’acqua accumulata in uno dei più grandi bacini artificiali d’Europa) agli impianti irrigui.
Gli interventi realizzati tra il 1932 e gli anni 80 sul fiume Sele costituiscono un bell’esempio di saggia gestione della risorsa idrica in una cornice definibile di ‘sviluppo sostenibile e duraturo’ dell’ambiente naturale e antropizzato.
La sinergia tra risorse ambientali e interventi umani ha fatto si che l’area dell’Oasi di Persano sia diventata un vero e proprio monumento ambientale.

Senza quest’acqua la piana del Sele sarebbe destinata al degrado produttivo, alla desertificazione economica e sociale.

L’acqua eventualmente inquinata determinerebbe la morte dell’Oasi e dell’economia agricola che garantisce la vita a decine di migliaia di persone.
Le leggi nazionali e regionali hanno tutelato questo monumento fino all’esplosione dell’operazione deviata chiamata emergenza rifiuti in Campania.
E’ evidente, come era evidente all’epoca di Bertolaso commissario straordinario nominato dal presidente del consiglio dei ministri e di Pecoraro Scanio ministro dell’Ambiente, che l’area dell’Oasi di Persano rappresenta una zona di grande valenza ambientale e socio-economica dove non è assolutamente possibile realizzare discariche a poche centinaia di metri di distanza dal fiume Sele e per di più in siti non idonei geoambientalmente.

Eppure, irresponsabilmente, il commissariato con Catenacci prima, e lo stesso ministro dell’ambiente subito dopo, hanno costruito due discariche, una a Basso dell’Olmo nel comune di Campagna e l’altra in un bosco chiamato Macchia Soprana nel comune di Serre. Impianti mal realizzati, discariche che non garantiscono la tutela delle acque del Sele. In due anni hanno disseminato due mine inquinanti sul cuore ambientale dell’economia della Piana del Sele. (fonte: Cilentonotizie.it)

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