Chi ha la sventura di viaggiare sulle rotaie al di sotto della linea del Garigliano, mette in conto una meravigliosa avventura nell’universo parallelo delle Ferrovie dello Stato.
Un luogo posto a metà strada tra la realtà e…i gironi infernali danteschi.
Tanto che, un amico lucano, mi diceva che alcune stazioni della Basilicata ormai hanno le erbacce sui binari e le sale d’attesa sembrano abitati da fantasmi
Ecco quanto accade sul Reggio-Cosenza:
Più che un treno, un carro bestiame. Più che passeggeri, animali a rischio claustrofobia. Chi viaggia ogni giorno sul treno regionale 3660 delle 7.05, che da Reggio Calabria arriva fino a Cosenza, ha già messo in conto di dover affrontare una vera e propria odissea. Fatta di disagi quotidiani e ritardi costanti. Sono lavoratori, studenti, dipendenti fuori sede della Regione Calabria. Costretti a viaggiare in condizioni proibitive, stipati uno accanto all’altro come sardine e senza la possibilità di trovare un posto a sedere. Centinaia di passeggeri che devono arrovellarsi ogni mattina per trovare un angolo buono, ma sempre in piedi, in uno dei tre vagoni messi a disposizione da Trenitalia per una delle tratta più trafficate dell’intera rete calabrese.
A bordo ci sono persone sedute alla bell’e meglio sui gradini che separano i pochi scompartimenti, altre che provano al leggere i quotidiani in precario equilibrio e senza disturbare il vicino, anche lui intento a resistere agli sballottamenti della traversata, senza neppure l’ausilio di una opportuna maniglia.
L’articolo completo:
L’odissea quotidiana dei pendolari del “Reggio-Cosenza” – Corriere della Calabria.
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