Mi chiamo Francesco Spina, bambino tra i delinquenti di Lombroso

Dal Comitato No Lombroso

Con quale diritto?

Mi chiamo Francesco Spina e sono un bambino, ora non più tra “voi” che mi guardate, sono di Cagliari come è scritto sotto una la mia fotografia. Sinceramente non capisco perchè la mia fotografia sia riportata a pagina 295 della monografia “Il Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” a cura di Silvano Montaldo e Paolo Tappero. Fui ripreso con un sistema “geniale” inventato certamente da Cesare Lombroso, il “padre” della Criminologia Moderna, che consentiva di fotografare contemporaneamente la vista frontale e laterale di un delinquente con un solo scatto fotografico! Io non me ne intendo ma posso immaginare che le Polizie di tutto il mondo rimasero allibite da tale superba invenzione : lo specchio! Ma a parte le celebrazioni del mancato premio Nobel per la criminologia io, che sono un bambino, vorrei sapere cosa ci fa la mia fotografia in un libro che parla di delinquenti, scrutato da occhi paganti e indiscreti che non possono capire nulla di ciò che io fui e della mia storia. E i bambini cagliaritani che dovessero vedermi in questo libro cosa penseranno di me, che fui un delinquente? E tutti i bambini del mondo cosa penseranno dei bambini di Cagliari? Resto in un fondo fotografico a riempire una pagina senza senso, perché? Non dovrei forse essere ricordato per quello che fui, un bambino, solo un bambino? Con quale diritto si infligge questa ingiustizia alla mia memoria? Spero che qualcuno mi aiuti ad uscire da questo libro!

Francesco Spina, bambino di Cagliari

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