Monnezza a Napoli: ecco come si arricchiscono le aziende del Nord

 

 

Creato il 04 settembre 2012 da Ilazzaro

Monnezza a Napoli: ecco come si arricchiscono le aziende del Nord

Quanto mai esaustivo un articolo comparso ieri sul Corriere della Serache mette nero su bianco, quando da tempo andiamo dicendo e cioè un interesse di molte aziende del nord che smaltiscono al Sud (e secondoRoberto Saviano anche in taluni paesi africani) la loro monnezza più scomoda.

Al Nord erano stati chiari, perentori: no ai rifiuti campani. Alcune regioni avevano tuttavia stretto accordi con la Campania per «aiutarla» a risolvere la crisi rifiuti. Un aiuto che visti i guadagni, sembra tutt’altro che disinteressato.
Altre regioni come la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia, erano state intransigenti (almeno apparentemente) con vere e proprie barricate: la monnezza di Napoli non l’avrebbero mai presa.
La Lega insorgeva e tuonava sui giornali che mai nelle regioni padane sarebbero stati smaltiti i rifiuti di Napoli. E invece i camionisti che escono dagli Stir (impianti di tritovagliatura) di Giugliano e Tufino, cittadine nel bel mezzo del triangolo dei veleni della provincia di Napoli vanno tutti al nord: Friuli, VenetoLombardiaToscanaEmilia Romagna e Liguria. Come mai? Accogliere i rifiuti Campani è un affare milionario. E così proprio grazie in qualche caso ad accordi regionali e in molti altri a contrattazioni private, la Sapna, l’ente della provincia di Napoli che si occupa della gestione dei rifiuti sta spedendo buona parte dei rifiuti napoletani in territorio “padano” a suon di soldoni.

Nel 2011 l’immondizia di Napoli è stata un florido business per aziende ed enti del Nord e nel 2012 la Sapna ha già pronti 130 milioni di euro da spendere. «Sono il bilancio della Sapna per il 2012 che sono perlopiù utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti. Anche nel 2011 le cifre erano queste. Ora però stiamo preparando anche un bando internazionale» spiega Giovanni Perillo, direttore tecnico della Sapna.
Questo business che fa male ai napoletani che pagano salatissime Tarsu (tassa sui rifiuti) e fa lavorare e guadagnare i settentrionali ha dei lati oscuri: ditte contrattualizzate con procedure d’urgenza, fiumi di soldi e l’ombra delle mafie. 

Ed ancora:

In Lombardia i rifiuti sono andati in impianti a Brescia e a busto Arsizio con due contratti per un totale di un milione di euro. Ai napoletani far bruciare l’immondizia nel termovalorizzatore della provincia di Varese è costato veramente caro: 223 euro a tonnellata. In Veneto e in FriuliVenezia Giulia i rifiuti arrivano a Padova e Trieste. A Padova ce li porta una ditta finita nel mirino del pm Woodkock quando era in servizio alla procura di Potenza nell’ambito di una indagine sui rifiuti, la Europetroli. Il costo va da 162 a 175 euro a tonnellata per un totale di oltre 2 milioni di euro. 

Notizie che arricchiscono la vasta letteratura giornalistica e giudiziaria in merito, visto che qualche mese fa fu condotta a Poggioreale, la cricca veneta che speculava sull’emergenza rifiuti in Campania, offrendo mezzi e risorse a prezzi fuori mercato.

Ma tant’è, nell’area a Nord di Napoli si continua a morire di tumore (l’incidenza è del +47% rispetto alla media nazionale) e negli stadi del nord si viene accolti dagli insulti e dai sacchi neri.

PS: la foto che vedete non è di un comune del napoletano, ma della provincia di Lecco, questo per i puristi ed i fondamentalisti della civiltà monnezzara che accusano i meridionali di essere incivili http://www.laprovinciadilecco.it/stories/Cronaca/24284/

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