Nasce a Napoli l’app per l’autostop digitale

Sarà che a certe latitudini siamo abituati a far di necessità virtù, oggi anche col supporto tecnologico. L’app per chi necessità di un autostop in città si chiama IGoOn.

La notizia la riporta l’Ansa:

A idearla è Claudio Cimmelli, a dicembre vincitore allo start up week end, una gara di idee tra giovani innovatori.
”Tutto nasce dalla osservazione della realtà urbana – spiega Claudio – e dai problemi legati al traffico, all’inquinamento e al fatto che numerose auto circolano con una sola persona a bordo”. La app ci consente di localizzare in tempo reale un’auto da condividere fra più persone che percorrono una stessa tratta.
Il sistema è semplice: dopo aver avviato la app, il passeggero segnala la necessità di un passaggio. iGoOn è in grado di localizzare il richiedente tramite il gps dello smartphone. A questo punto occorre indicare la destinazione e aspettare che il sistema elabori i dati per trovare auto che transitano lungo quella strada. A sua volta l’automobilista visualizza il profilo di chi formula la richiesta e può decidere se accettare o rifiutare. Se l’automobilista decide di accettare, arriverà una notifica al passeggero. La prima versione di iGoOn sarà resa disponibile a maggio.

Al momento è possibile tuttavia registrarsi al sito che annuncerà il download: www.igoon.it

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2 Risposte a “Nasce a Napoli l’app per l’autostop digitale”

  1. il mantra delle classi dirigenti del sud è una balla che si ripete per non dire la realtà:
    portare il sud al livello del nord è impossibile, sarebbe come portare il congo al livello della norvegia. Non è un problema di classi dirigenti. Comunque, grazie al colonialismo romano-meridionale, ormai tutta l’italia è un grande sud: deindustrializzazione, mafia, disoccupazione, tangenti ecc. Ormai anche la parlata grazie alla tv pubblica è completamente omogenea, e anche a trento dicono “uaglio”.
    Sarebbe il caso di disfare l’italia, ma i finti indipendentisti alla pino aprile, se la prendono con i veneti del tanko. Fatti arrestare, guarda un pò, da suoi connazionali.

    1. Caro Luca premesso che sei off topic su questo articolo, alcune considerazioni.

      Quello che scrivi si basa su una concezione, eufemisticamente razzista. Cerca in rete gli articoli sull’ “intraprendere” meridionale prima del 1861. Giusto a titolo informativo, i Rotschild Avevano la loro filiale a Napoli non a Milano. Quindi smentisce quanto tu asserisci. Bombeini, primo presidente di Bankitalia, scrisse “che non siano più in grado di intraprendere”. E cosi è successo. L’assistenzialismo ha fatto il resto. Guarda quanti imprenditori di successo meridionali ci sono in giro per il mondo e ti accorgi di aver scritto una sciocchezza.

      Sono quasi certo che Pino non sia nè secessionista nè indipendentista.

      Il potere finanziario, industriale, editoriale e della comunicazione non è mai stato in mano di gruppi meridionali. Ancora oggi. Datti una scorsa alle sedi legali dei grandi gruppi nei settori che ti ho citato.

      La mafia non ha Mai fatto gli interessi dei territori da cui proviene. Ma anzi è sempre stato uno strumento di controllo di quei territori. Sin dal 1861. Prima di quella data non è mai stato sistema. Quindi devi prendertela con qualcuno dalle tue parti più che dalle nostre.

      Giusto a titolo informativo, sequestri e perquisizioni a proposito di secessionista, la scorsa settimana ci sono stati anche a Napoli.

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