Napoli,1492: quando lombardi e veneti emigravano al Sud

Napoli, Sant’Anna dei Lombardi. Una delle aree di Napoli dove la storia trasuda dagli edifici di chiese e strade. E racconta di una storia, quella che nel corso dei secoli passati, avveniva a correnti inverse.L’emigrazione dal Nord verso il Sud.

Ed ecco spiegato il nome di una delle chiese più antiche di Napoli che diventa simbolo tangibile di questi spostamenti.

Napoli tra il XV e il XVIIIsecolo divenne la meta di correnti immigratorie provenienti dalle zone della Lombardia e del Veneto, attirate dalla possibilità di intraprendere lucrose attività mercantili o di trovare posti di lavoro ben remunerato. Incredibile ma vero. I confratelli lombardi, che a Napoli si unirono in confraternita, non provenivano solo dal Ducato di Milano, ma soprattutto da quell’area geografica che oggi viene denominata, in maniera spesso folkloristica, ‘Padania’.
La Confraternita, il 24 aprile 1493, fu ufficialmente denominata ‘Confraternita di Sant’Anna de’ Nationali Lombardi’.
La chiesa deriva la propria denominazione da un più antico edificio di culto edificato nel 1581 dalla colonia dei mercanti lombardi presenti a Napoli nel luogo dove si estendeva parte del giardino di Carogioiello, molto decantato dalle fonti, in cui già nel 1411 era stata fondata una chiesa olivetana dal protonotario di re Ladislao di Durazzo, Garello Oniglia.

La fabbrica fu sottoposta a radicali lavori di ampliamento da parte di Alfonso I di Aragona, a quest’epoca risale infatti l’arco ribassato del portico esterno, tuttora esistente, e ben presto divenne tra le favorite della corte Aragonese.
In particolare fu cara ad Alfonso II e a due personaggi strettamente legati a lui, Marino Curiale, maggiordomo della casa reale, e Antonio Piccolomini, duca di Amalfi, ai quali si deve la costruzione delle due cappelle poste all’inizio della navata della Chiesa, tra le più interessanti per struttura architettonica e per le opere d’arte che vi sono conservate. Grazie agli Aragonesi e ai buoni rapporti politici che intrattennero con i Medici e con gli Estensi cominciarono ad arrivare a Napoli e a lavorare proprio in questa chiesa celebri artisti ‘forestieri’ All’interno sono degni di nota in controfacciata l’organo barocco di Cesare Catinorozzi del 1697 e alle pareti laterali una gloria di Putti a fresco di Battistello Caracciolo, dipinta nei primi anni del Seicento. (incontrinapoletani.it)

Corsi e ricorsi storici…

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