Nick’ e criscienzo e la storia che ritorna

Chi ha piu’ forza quello spara”, “Dove ci vuole la politica c’e’ mio fratello; dove ci vogliono i soldi ci sto io e dove ci vuole la forza c’e’ pure la forza”

Fammi aprire prima a me e poi tu lo sai che in Regione non ci sono problemi, dato che abbiamo Letizia che per noi fa carte false

Questa è la storia di Nick and the family. Che se tornassimo indietro nel tempo, al 1861 probabilmente sarebbe la stessa storia e lo stesso tenore dei dialoghi di Tore’ e Criscienzo e della Sangiovannara, quando incidevano sul tessuto sociale ed urbano della città di Napoli. Cooptati dal nuovo potere costituito. Perchè in Italia, c’è sempre un Liborio Romano che ti fa da garante e ti apre le porte. Niente di nuovo, vanno in onda le repliche di vichiana memoria. Se si compara quello di cui sopra a quanto trapela dalle cronache giudiziarie. E ciò badate bene, al di là delle sentenze, dando per scontate e veritiere quelle intercettazioni (siamo pur sempre garantisti).

Una zona grigia dove dagli albori del Regno d’Italia si decise di collocare il Sud per controllarlo, tenerlo, sedarlo. Così scriveva lo Dumas padre “Roma e Venezia si riuniranno all’Italia ma chissà se Napoli non sfuggirà all’Italia. Facile prender Napoli, difficile conservarla.”

Ed allora si scelsero i Tore’ e criscienzo di ieri e quelli di oggi, in  un pulviscolo di arroganza di stampo feudale, di manifestazione di potere riconosciuto ed istituzionalizzato. Ti insegnano a tenere la testa abbassata perchè, prima o poi, o la cali davanti all’istituzione o davanti alle armi dell’antistato. E spesso la cali davanti alla stessa persona. Ed in tessuto sociale da sempre pieno di conflitti ed in continuo fermento, ogni cosa deve restare al suo posto. Ordine.

Parliamo pur sempre di uomini del palazzo (come dicono le persone perbene) fino all’altro ieri. Di uomini vicini ad ex premier. Di uomini salvati e corteggiati ,in vista delle europee,  da un partito che della lotta ai terroni ha fatto sempre il suo cavallo di battaglia. Perchè come i soldi, i voti non puzzano.

In questa storia Nick and the family sono la dimostrazione dell’ “occupazione” (perchè a questa soggezione è dedotta la popolazione) politica, morale, commerciale e militare (“la forza non gli manca”) della Campania e del Sud. Con evidenti connivenze sul posto è chiaro. Un’ “occupazione” che non mi vergogno a definire tale perchè , nonostante la palese e schiacciante inferiorità numerica oggi come ieri, gode di protezioni e riconoscimenti. Oltre che della forza quando occorre.
Come in quelle repubbliche delle banane dove le nazioni occidentali coccolano il dittatore di turno, la sua corte e le sue clientele, e lo lasciano fare per trarne benefici. Interrare rifiuti tossici, ad esempio, con estrema soddisfazione dell’industria nazionale.

Hai voglia a denunciare quando l’esattore è metà strada tra due poteri, tra lo stato e l’antistato. Cosa denunci? A chi? Al controllore? E se le figure coincidono? Per fortuna c’è sempre un magistrato a Berlino.

Un sistema imposto che, sovverte ogni principio di concorrenza e libero mercato. Altro che Sharm, se l’arbitro fa affari con l’allibratore ed insieme fanno le regole è decidono le sorti della partita, infischiandone delle squadre e dei giocatori onesti.

Un senatore di questa repubblica, Gianfranco Miglio dichiarava di essere favorevole al:

«mantenimento anche della mafia e della ‘ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando. Che cos’è la mafia? Potere personale, spinto fino al delitto. Io non voglio ridurre il Meridione al modello europeo, sarebbe un’assurdità. C’è anche un clientelismo buono che determina crescita economica. Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate»

E si dirà che la colpa è dei Terroni che hanno votato questi personaggi (ad alte latitudini non mi sembra manchino esempi parimenti deleteri).

Vero ma parzialmente. Perchè la legge elettorale fu fatta da un partito con sede legale e leadership tutt’altro che meridionale che imponeva un sistema di cooptazione e liste bloccate che non lasciava alcuna possibilità di scelta all’elettore, anche volendolo. La responsabilità politica è morale è ampiamente condivisa e,come scrive Saviano, questo è un problema italiano, non campano o meridionale.

Queste sono le storie di Nick ‘ e criscienzo e di un Sud che deve alzare la testa per tornare a vivere, denunciando e combattendo “a robb e zi pepp”.

Guardate l’estratto di questo sceneggiato documentario della Rai di qualche lustro fa:

[banner network=”adsense” size=”468X60″ type=”default”]

4 Risposte a “Nick’ e criscienzo e la storia che ritorna”

I commenti sono chiusi.