PD: il Sud è “centrale”…per prendere la mira

Le considerazioni di Pino Aprile sulle esternazioni di Deborah Serracchiani e la centralità del Sud:

«Il Sud è centrale per la crescita di tutto il Paese», assicura Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia e vice segretaria Pd. La conobbi un paio di anni fa, simpatica, ma l’ultima volta che ha parlato di “Sud centrale”, vado a memoria, il governo Renzi ha dato 4800 milioni per le ferrovie a chi le ha già e non sa come sprecare altri miliardi in linee alta velocità e finta alta capacità, ovvero da Firenze in su; e 60 milioni a chi, scendendo più giù di Firenze e di Napoli, non ha alta velocità, né capacità e a volte manco il carro bestiame. Quindi se sento dire “Sud centrale”, mi sa che stanno preparando un’altra fregatura: prendono la mira.

Il modo ferroviario di “spartire il pane” pare fotografi il senso di equità e coesione nazionale della Serracchiani,: il suo Friuli (Pd e 5stelle) ha varato un “reddito di cittadinanza” che non va chiamato così, ma “sussidio ai più poveri” (mentre il reddito di cittadinanza, com’è noto, andrebbe ai più ricchi): 550 euro al mese. Dov’è la più grande diffusione di povertà, in Italia? Chi ha detto: al Sud, ha vinto un orsacchiotto di peluche. Dove si vara il reddito di cittadinanza, ops, scusino lorsignori, sussidio ai più poveri? Al Nord. Anche la Lombardia lo progetta.

Cioè, dispiacerebbe alla Serracchiani del “Sud centrale” riassumere? Soldi per altri treni, dove li hanno già e reddito-sussidio alla cittadinanza più povera, nelle regioni più ricche. Se pensano che sia giusto, perché non in tutto il Paese? Non ci sono i soldi per tutti? E allora, si farà solo per i più ricchi.
E per far vedere che il “Sud è centrale” ti organizzano un bel seminario sul Sud a Milano (i giovani del nostro Mezzogiorno, record europeo per la disoccupazione, piangono commossi); e invitano

Alessandro Laterza, che porta la voce di Confindustria Sud e di cui, pur non condividendo molte idee, si può almeno dire che delle questioni vere, serie, le abbia sollevate, specie negli ultimi tempi;

Stefania Covello, responsabile Pd per il Mezzogiorno (il cui silenzio sulle scelte ferocemente antimeridionali del suo governo giustificherà la sorpresa di molti, nell’apprendere che nel Pd c’è qualcuno responsabile per il Mezzogiorno. Responsabile, in che senso?);

Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia (o parte della stessa), già Sviluppo Italia, già… Sull’operato e la storia di questa Agenzia, forse converrà sorvolare, per ora;

e Federico Pirro, professore dell’università di Bari: ma non c’è già Laterza, per Confindustria? Pirro è collaboratore dell’associazione degli imprenditori, componente dell’ufficio studi dell’Ilva, e su Eni e al petrolio, fecero molto scalpore le sue parole a proposito degli ambientalisti lucani contrari alla trivellazione selvaggia che sta uccidendo la loro regione (mentre le carpe del lago del Pertusillo in cui finiscono gli scarichi di lavorazione del petrolio muoiono di caldo). Pirro avvisò, con un suo scritto su Il Foglio, che un pezzo grosso dell’Eni gli aveva confidato che se gli ambientalisti tirassero troppo la corda, l’Eni potrebbe abbandonare la regione e “là dove Rocco Scotellaro celebrava l’uva puttanella, tornerebbero finalmente i pecorai e i morti di fame”.

Costoro parleranno di Sud, per “sistemarlo” (è il verbo che è stato usato; e le parole sono rivelatrici). Forse, questa parodia di sinistra (bip) ‘ndustriale soggialdemogradica (magari!) e petrolifera ha deciso di inchiodare il coperchio sulla bara.

Dov’è la voce del Sud disoccupato, disperato, emigrato, derubato (da Renzi, Letta, Monti, Berlusconi, Tremonti, Lega…), delle università meridionali condannate a morte dal decreto della ministra Pd Carrozza, degli asili nido sottrati, delle ferrovie fregate, di un reddito minimo di sopravvivenza negato, delle coppie che non fanno più figli e indici demografici negativi, per la prima volta, in un secolo e mezzo, senza una guerra mondiale e senza la peggiore epidemia della storia?

E se manca la voce di questi giovani, dei loro genitori, delle associazioni, dei comitati che dalla Terra dei Fuochi all’antimafia fanno, persino contro le complicità di Stato, quello che dovrebbe fare lo Stato, di cosa cazzo parlerete, facendo finta di parlare di Sud? Dei duemila posti di lavoro che l’aumento delle trivellazioni in Lucania porterebbero, come non si ebbe vergogna di scrivere, pur sapendo che l’Eni non assume lucani in Lucania e i geologi lucani fecero persino un convegno per lamentarsene?

Ci spiegherete perché Delrio vuole risparmiare sui treni veloci al Sud, mentre al Nord si regalano miliardi ai soliti noti, giustificando il dono con l’alta velocità che risulta essere la più costosa del pianeta e quasi sempre anche la più inutile (dei 300 treni al giorno sulla Milano-Torino, ne passano 40)?

Ma se nemmeno i vostri dirigenti politici locali del Sud vi hanno dato retta; se latitano persino i presidenti delle Regioni meridionali, tutti Pd (o, nel frattempo, sperate di riuscire a costringere qualcuno a venire?)…

Ma davvero credete che ci sia ancora chi sia disposto a prendervi sul serio? Non vi rendete conto di far parte di un club autoreferenziale, sempre più ristretto ed estraneo alla vita vera del Paese e al servizio di un nucleo di potere che non produce più niente, mentre spolpa il Paese?

Quando qualcuno, nel Pd, ha chiesto: «A proposito, e il Sud?», chi ha avuto l’idea: «Facciamo un seminario»? È già stato promosso?