Sales: diciamolo chiaramente sul Sud il Governo fa l’indifferente

Il Ministero per il Mezzogiorno, la captatio benevolentiae sulla Napoli preunitaria di più ricca di quella odierna e tante chiacchiere pre elettorali, poi il completo disinteresse nei confronti delle politiche meridionali (se si eccettua lo scippo dei fondi comunitari e lo sblocca trivelle, ovviamente) da parte di questo Governo. Un pò come se la strategia si basasse sull’attesa (finanziata) della solita ripresa regionalistica del centro nord su cui si investe tutto e che dovrebbe trainare poi il resto del Paese. Un motivo stonato ed antiquato per chi ancora crede nelle “locomotive” capaci di  condurre gli altri.

aspettare che la ripresa dell’economia del Centro-Nord trascini dietro di sé quel poco che sopravvive dell’ apparato produttivo meridionale,e il resto affidarlo genericamente ai prossimi fondi comunitari( riducendo nel frattempo il cofinanziamento per il periodo 2014/2020).

E’ quello che sostiene oggi sulle pagine del Mattino, anche Isaia Sales che prosegue:

Per dirla schiettamente, si ha l’impressione che a Renzi problemi di Napoli e del Sud siano estranei,non gli appartengano né culturalmente né politicamente,né tanto meno per passione civile. A volte sembra puntare al logoramento della situazione, quasi a sancire pubblicamente che le forze locali sono inadatte a risolvere qualsiasi problema

 

Insomma non si parla più neanche del Ministero per il Mezzogiorno, dopo i soliti proclami da televendita, anzi prosegue la strategia di usare le risorse del Mezzogiorno come salvadanaio per altre esigenze. Il governo Renzi sta utilizzando ben 3 miliardi e mezzo di euro destinati unicamente al Sud per finanziare leggi che poco riguarderanno le regioni meridionali.

Una strategia cementata dalla costruzione del leader della destra italiana, da parte dei media e degli opinion makers italiani, direttamente dalle palestre del trentennio leghista che conserva ancora ben stretto nel dna il suo claim “Prima il Nord”.

E l’amara conclusione di Sales:

Le azioni per lo sviluppo del Mezzogiorno sono orfane non solo di una strategia,ma anche di una responsabilità politica e di una strumentazione adeguata. Addirittura manca anche la minima comprensione di ciò di cui si parla.

 

Nel frattempo la classe politica meridionale, fatta salva qualche rara eccezione, continua a dormire o a limitarsi ad una sterile protesta coperta da nuove ipotesi e suggestioni di centralismo democratico.