Se l’Expo non ce la fa? Colpa della crisi, della sfortuna, del terremoto

Così Pino Aprile a proposito dell’Expo, sulla propria pagina Facebook:

 

Almeno questa volta non dev’essere colpa dei meridionali, perché all’Expo di Milano (sì, perché la paga l’Italia, ma è “di Milano” o di MacDonald’s, non ricordo bene) terroni pare non ce ne siano, dal momento che vi si parlano solo i “cento dialetti del Nord Italia” e le “lingue di mezzo mondo” (vuol dire che ci lavorano soltanto settentrionali ed extracomunitari? Magari qualche terrone c’è, ma non pare meritevole di menzione): lo ha scritto La Stampa, e Il Fatto le fa le pulci, sospettando che il quotidiano di Torino abbia prodotto la sviolinata per farsi perdonare un peccato di corretta informazione: l’inchiesta, pubblicata qualche giorno prima, con cui si avvisavano i lettori che la grande Fiera non sarà pronta per l’inaugurazione e che, a meno di un mese dal via, appena il 9 per cento delle opere è completato. Chi vuole, vada a leggersi i dettagli sul sito de “La Stampa”.

E, invece, vuoi vedere che pure stavolta è colpa dei meridionali? Perché, fra quei dettagli, ce n’è uno che contiene tutte le deformazioni del modo nordico di informare. Seguiamo il ragionamento (?): Milano sì aggiudicò l’Expo, “grazie all’impegno della giunta Moratti” (si mossero il governo Prodi, il resto del Paese…, ma mica puoi fare l’elenco). Poi, però, “qualcosa è successo e, come sempre in questi casi, un po’ di colpa è anche della sfortuna. Infatti a un certo punto è arrivata, imprevista, la grande crisi economica”. Capito? Loro sono stati bravi, peccato che la sfortuna, la crisi… E non basta! “Poi, ancora più imprevisto, è arrivato il terremoto de L’Aquila, e i fondi per la costruzione della quarta linea della metropolitana milanese sono stati dirottati in Abruzzo”.

Ecco perché l’Expo rischia di farci fare la più clamorosa figura di merda della nostra storia (in tempo di pace): nonostante “l’impegno della giunta”, la crisi (la prima della storia dell’umanità), la sfortuna (azz…) e i terroni terremotati. Firmato: Michele Brambilla. E che c’entra la metropolitana con le grandi opere extra annunciate e non fatte (manco una, a partire dalle strombazzate “vie d’acqua”); che c’entra con i padiglioni esteri e il palazzo Italia non completati? Brambilla, evidentemente, lo sa; ma ha dimenticato di dircelo. Dopo la sfortuna, la crisi e il terremoto serve un’altra scusa?

E la metropolitana di Milano è quella che, a Tangentopoli, fece finire un po’ di gente in galera, perché a chilometro costava almeno tre volte più che in altre metropoli d’Europa? Il terremoto d’Abruzzo è lo stesso per il quale il governo tremontian-leghista di Berlusconi impiegò i fondi Fas per lo sviluppo del Sud, facendo pagare il terremoto solo a terremotati e parenti terroni? (La cifra si aggirava sui 4,5 miliardi; la stessa pagata, fino ad allora, in multe europee, per le truffe degli allevatori padani: e pure per quei soldi si pescò nei fondi per il Sud). E l’Expo è la stessa verso cui i governi continuano a dirottare soldi destinati al Mezzogiorno, inclusa (vergogna delle vergogne) una parte di quelli stanziati per la Terra dei Fuochi?

La crisi, la sfortuna, il terremoto…

Milano cominciò a muoversi per l’Expo 9 anni fa e riuscì a farsela assegnare, con l’aiuto di tutto il Paese. Poi non fece più niente, perché la sindaca Letizia Moratti, il presidente della Regione Roberto Formigoni e altri caimani litigarono per anni su chi doveva decidere e gestire l’opera e il malloppo (e l’han fatto così bene, che continuano a riempirsi le galere), finché non passò la pretesa di fare l’Esposizione su suolo di privati (per la prima e unica volta al mondo), da ben pagare con soldi pubblici. E quando si misero d’accordo anche sui lavori, ormai era tardi e nessuna delle grandi opere che l’Italia si era impegnata a fare è stata realizzata, né lo sarà più. Nemmeno i banali capannoni sono riusciti a costruire in tempo.

La crisi, la sfortuna, la paura di un altro terremoto al Sud… Naturalmente, siamo tutti convinti che Brambilla avrebbe scritto le stesse cose se lo svergognamento nazionale by Expo l’avesse procurato Napoli. Ma gli altri?

Come si dice: i giornali sono il cane da guardia del potere (nel senso che lo proteggono?).