La ricerca fu effettuata da un ricercatore del CNR, tale Defez il quale sosteneva la presenza di :
un tetto delle fumonisine nei prodotti alimentari, differenziando il valore nell’alimentazione destinata agli adulti da quella dei bambini.
Secondo una analisi effettuata dal ricercatore Cnr “su 77 polente in commercio, la composizione di quelle da agricoltura biologica avrebbe un valore di fumonisine due volte superiore alla media. Chiedo un’etichetta trasparente – ha detto Defez – con indicazioni delle fumonisine di quello specifico campione in commercio”. Defez ha poi ricordato studi pubblicati che indicano Pordenone, dove la polenta rientra nelle abitudini alimentari locali, come la terza città in Europa per alta correlazione di tumori all’esofago, ma gli autori degli studi indicano anche come fattori di rischio le grappe, il caffe’, e la polenta quando è bollente.
A me la polenta, a differenza della pizza, non è mai piaciuta, ed ho deciso di riprendere questa notizia non per rinfocolare una diatriba gastronomica a matrice territoriale, ma semplicemente per rimarcare il ruolo dei media nella rappresentazione della realtà. Come avviene sempre. A danno dei cittadini, sia al Nord che al Sud, perchè elabora inchieste parziali, chissà se in buona fede. Insomma voi lo sapevate che la polenta poteva essere pericolosa come la pizza della Gabanelli?
Insomma la verità è che per non correre alcun rischio basterebbe una dieta variegata e che si eviti di consumare il medesimo cibo con elevata frequenza. lo dice il buon senso oltre che la medicina ufficiale.