Sgarbi: “denapoletanizzare Pompei”

 

Ancora una volta l’aggettivo napoletano, addotto a motivo di degrado.

In un’intervista di oggi al Giornale, Vittorio Sgarbi torna ad occuparsi dello stato di abbandono e degrado in cui versa Pompei

L’ultima proposta per salvare questo sito dall’inestimabile valore storico è quella di “denapolenatizzare Pompei” per evitare che continui a pagare i problemi del sud Italia. Lui stesso definisce l’impresa “disperata” ma necessaria affinché Pompei diventi veramente un patrimonio mondiale come vuole l’Unesco. Sgarbi immagina Pompei come un luogo non contestualizzato e soprattutto non contaminato dalla società di oggi. Ad esempio, ipotizza, i turisti potrebbero dormire direttamente nelle case di Pompei invece di alloggiare negli alberghi delle città limitrofe. Sgarbi quindi propone di trasformare Pompei in un club Mediterranée.(fonte investireoggi)

Caro Sgarbi, perchè, piuttosto, non municipalizziamo tutti i beni archeologici del Sud, così che gli introiti vadano agli enti locali, piuttosto che alle soprintendenze guidate da Roma e restino così sul territorio?

Vi riporto quanto scritto su questo blog più o meno un anno fa a proposito dei dati pubblicati dall’Istat:

Sfatando i soliti luoghi comuni di un Mezzogiorno arretrato e refrattario al turismo di matrice culturale, si scopre che nel Sud musei, gallerie, aree archeologiche e monumenti statali, destinati alla fruizione pubblica sono più numerosi di quelli del Nord e con un numero di visitatori che, se pur di poco inferiore, assicura tuttavia incassi maggiori. […]  nei siti meridionali – in cui è stato previsto l’ingresso a pagamento – il numero dei visitatori ha raggiunto,  nel 2010, 3 milioni e 293mila unità, con un introito di 26milioni e 491mila euro, superiore così in assoluto ai 2milioni e 344mila fruitori in quelli a pagamento del Nord – che hanno generato incassi per 10milioni e 893mila euro – anche se inferiore, ovviamente, ai 9milioni e 878mila paganti nel Centro Italia che hanno portato ad introiti di 67milioni.(Fonte Istat tramite Blog Sicilia).

I dati vengono riportati dall’Istat e confermano la tendenza anche per il 2011.

Nel Sud continentale e nelle Isole sono presenti 147 istituti museali di antichità e d’arte statali, a fronte dei 106 nel Nord (Ovest ed Est) e dei 171 del Centro Italia (in cui sono inclusi gli importantissimi poli museali di roma e Firenze).

Ciò a dire che, nonostante il sistema statale non faccia nulla per migliorare le performance strutturali e logistiche dei siti meridionali, lasciandoli tranquillamente cadere a pezzi, i poli museali del Sud hanno una tendenza maggiore rispetto a quelli delle altre macro regioni italiane, a recepire introiti e quindi visitatori disposti a pagare per visitarli.

E se al contrario, de-italianizzassimo Pompei e la Campania? Del resto gli scavi di Pompei ed Ercolano si devono all’amore per la cultura ed a  mani propriamente “napoletane”…

PS: nel corso de “La Zanzara”, utilmente fomentato dai conduttori, Sgarbi ha rincarato la dose, esibendosi in un acceso dibattito con un ascoltatore napoletano. Questo per fugare ogni dubbio sull’esatta interpretazione delle sue parole.

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8 Risposte a “Sgarbi: “denapoletanizzare Pompei””

  1. guardate che non è completamente sbagliato quello che dice, riporto un periodo dall’articolo: L’ultima proposta per salvare questo sito dall’inestimabile valore storico è quella di “denapolenatizzare Pompei” per evitare che continui a pagare i problemi del sud Italia.
    ora considerando che sgarbi sa benissimo che il problema non è napoli ma lo stato italiano (l’ha ribadito più volte nelle interviste), credo che la sua sia una provocazione. ha detto chiaro e tondo, per il bene di pompei consideratela non napoletana… se il fatto che non destiniate fondi per pompei è perchè è nell’area napoletana, denapolizzatela… è un’accusa molto pesante!

    1. Ma avvalorerebbe ancora di più una interpretazione semantica deteriore dell’aggettivo “napoletano”.

      1. …direi di no, in quanto denapoletanizzare un bene affinchè non risulti afferente, non ad una cultura nello specifico, ma ad una città cui sono destinati fondi e verso cui si crea una continua polemica, la vedo di certo una provocazione ma a fin di bene.

        1. Fiona ma a questo punto, ripeto, poichè la gestione di quei fondi è centrale e non municipale, non sarebbe più corretto de-italianizzare? I musei del Sud sono quelli che generano maggiori introiti per le Soprintendenze che incassano. Ma quei soldi restano sul territorio? No.
          Nei Campi Flegrei i turisti restano fuori dai cancelli dei muesi e dell’Anfiteatro Flavio, terzo in Italia, perchè mancano custodi. Nonostante la mole di associazioni e laureati disoccupati che i comuni potrebbero all’uopo impiegare. Quindi la provocazione andrebbe fatta in questo senso..deitalianizziamo..

        2. Sgarbi è provocatorio, ma sono d’accordo con il commento negativo del “Lazzaro”. Se per spiegare che “denapoletanizzare” non ha una connotazione negativa verso i napoletani ci vogliono tutte queste parole, allora vuo dire che è stata usata male. Una parola comunica i suoi significati oltre l’intenzione. In passato Sgarbi ha difeso Napoli, ma io non mi fiderei troppo di questo istrione: oggi dice una cosa domani un’altra,in base al suo narcisismo o al suo interesse.

          1. Cmq alla Zanzara, complici i conduttori, ha rincarato la dose..e quindi non abbiamo capito male noi..

  2. Io invece ho 1 idea migliore…perchè non deitalianiziamo napoli ??? Pagateci un rimborso di tutte le ricchezze che ci hanno rubato dall’unità in poi e lasciateci miseramente soli con quel “poco ” di orribili risorse storico artistiche e paesaggistiche che abbiamo!

  3. Gli industriali padani si sono presi tutto quello che c’era da prendere dal 1861 in poi, non fanno altro che sfruttare i meridionali. Non vogliono la concorrenza del Sud. Nemmeno per quanto riguarda il turismo. Per questo motivo i musei meridionali sono allo sfascio, “grazie” ai soliti politici meridionali che per soldi si sono venduti.

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