Politico Meridionale: presunzione di origine corruttibile

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Qualcuno di voi dirà che sono troppo “suscettibile” a certe affermazioni, apparentemente leggere, subdole, tendenziose.

Sarà come dite, ma sono in compagnia di Luca Telese e Corradino Mineo. L’eroe di giornata, a cui va la palma del potenziale diversamente leghista è un giornalista coi baffi e gli occhi blu, di una bella rivista di costume e cultura (sapete quelle riviste patinate, che quando sfogliate, la prima cosa che fate è annusarne le pagine, una di quelle riviste la cui ambizione è  quella di tornare a un format classico di rivista non da sfogliare e basta, ma da leggere, guardare e collezionare.).

All’interno della trasmissione che Luca Telese conduce su La 7, dopo una carrellata di volti di politici meridionali, di quelli abbastanza sensibili al cambio di casacca, che cosa fa l’intervistato, alla domanda del conduttore, su possibili segnali di giri di valzer per cambiare le maggioranze di governo?

Cade in un riferimento davvero di cattivo gusto, solito, stucchevole, sulle origini territoriali, tanto è vero che sia Telese che Mineo lo riprendono. E lui, stupito, si imbarazza. Come se di solito, in queste storie, non ci fosse un offerente (che tra l’altro le cronache giudiziarie dimostrano non essere propriamente “terrone”) parimenti eticamente discutibile, come chi si presta al cambio di casacca.

Ecco, dal minuto 29:

 

 

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