Sud: mai nascite così basse dal 1861. Più morti che vivi.

Più morti che vivi, non solo in senso figurato.Il Sud senza infrastrutture e con vuote cattedrali nel deserto si spopola. Non si fanno più figli e così i morti superano i vivi. Un dato mai così basso dal 1861: 177 mila.

La data è evocativa per tanti, se poi si confrontano quelli eventi con gli effetti dei giorni nostri. Un fenomeno così grave si era verificato solo nel 1867 e nel 1918. Al termine cioè della campagna di annessione del Sud al Regno di Sardegna e al termine della Prima Guerra Mondiale. Ed infine, il dato dei giorni nostri che segnano un Armageddon sociale pari ai due che li hanno preceduti.

A certificarlo è lo Svimez: “il Sud sarà quindi interessato nei prossimi anni da un stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili, destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti nei prossimi 50 anni, arrivando cosi’ a pesare per il 27% sul totale nazionale a fronte dell’attuale 34,3%” ed ancora: “Un Sud sempre più povero, un deserto senza lavoro né figli dove si continua a emigrare e solo una giovane donna su cinque lavora”,

L’emigrazione ovviamente segue la direttrice Sud-Nord anche perchè pur volendolo mancherebbero pure i treni per una emigrazione da Sud a Sud.

Del resto perchè restare al Sud se le assicurazioni sono più care che altrove, le tasse pure con i tagli che lo Stato centrale ha operato nei confronti delle amministrazioni locali, (ricevendo servizi di qualità inferiore) se mancano treni ed infrastrutture e se lo si continua ancora a dipingere come un paradiso popolato da diavoli, da evasori e da falsi invalidi che danno da mangiare a intere trasmissioni della domenica pomeriggio?

Una cosa positiva c’è, finite le mammelle da mungere, pure le mafie lentamente stanno emigrando. L’antimafia, anche in questo caso per fortuna, no.