Terra dei Fuochi. Paola Dama: Gigi d’Alessio non aveva torto.

Immagino adesso di attirarmi gli strali della maggioranza dei lettori, ma mi ha colpito un intervento di Paola Dama, dottore di ricerca in oncologia molecolare presso the Ohio University, che da tempo si occupa, come lei stessa scrive, di corretta informazione sul fenomeno della Terra dei Fuochi.

Nella polemica scoppiata nei giorni scorsi con Gigi d’Alessio, la ricercatrice spiega perchè il cantante in realtà aveva ragione. Ecco cosa ha pubblicato sul proprio profilo Facebook:

Il contenuto delle affermazioni fatte dal cantante, che ha un notevole seguito anche al di fuori della Campania, forse può destare ancora incredulità nelle persone sfiduciate e/o convinte che sia in atto un biocidio ed un disastro irreversibile, ma secondo noi la questione principale è nel dover usare metodi poco ortodossi o personaggi noti per veicolare una informazione che è sostanzialmente corretta: “solo l’1% dei terreni della Campania sono contaminati”. In realtà, è addirittura assai di meno: infatti dei terreni non urbanizzati degli 88 comuni cui si è dedicato il Gruppo di Lavoro voluto a tale scopo dal Ministero dell’Agricoltura, una volta definiti i 64 ettari classe 3, 4 e 5, è partita la campagna di analisi sui terreni che presentano non necessariamente una “contaminazione”, ma dei superamenti dei livelli soglia per alcune sostanze, alcune delle quali naturali nei nostri terreni, oppure segni di rimaneggiamento superficiale che richiedono approfondimenti investigativi.

Gigi D’Alessio ha solo fatto riferimento alle conclusioni dello studio suddetto, commissionato sulla mappatura delle aree a rischio, la cui relazione finale -per la prima volta- non è stata scritta nelle stanze di un Ministero, ma in maniera partecipata da un GdL composto da: AGEA, ARPAC, CRA, ISPRA, ISS I Ministeri: Agricoltura, Salute, Ambiente, Sviluppo Economico, Le Regioni: Campania, Emilia‐Romagna, Lombardia, Piemonte, Puglia Università di Napoli, dopo avere esaminato tutte le documentazioni ufficiali esistenti, comprese quelle giudiziarie.
La Task Force Pandora, oramai quasi ad un anno dal suo debutto a Città della Scienza lo scorso 8 gennaio del 2014, ha scritto e fornito documenti referenziati e dati disponibili sul sito www.taskforcepandora.com dove spiega in un apposita nota (http://goo.gl/t0AtoV), basandosi sui medesimi documenti e sull’analisi scientifica degli stessi, ricordando che sono tutti pubblici e anche pubblicati nel web da tempo. In più, Pandora ha avuto accesso, oltre ai dati pubblici appena ricordati, anche ad altre analisi specifiche sui prodotti ortofrutticoli, sia freschi che confezionati, analisi fornite dagli stessi agricoltori che da tempo provvedono a sottoporre i loro prodotti a controllo in laboratori riconosciuti a livello comunitario ed anche extra comunitario. E’ il caso di sottolineare che il comparto agroalimentare campano è esportatore, da decenni, dei propri prodotti di eccellenza, ed in ambito europeo è consentita la libera circolazione anche degli alimenti se e solo se rientrano tra i parametri di igiene e sicurezza alimentare stabiliti dall’Unione Europea, estremamente rigidi e continuamente aggiornati da apposite commissioni internazionali di scienziati.

Il comparto agro-alimentare campano ha subito danni ingentissimi da uno scellerato accanimento mediatico causato da una campagna di informazione approssimativa, spesso ingiustificatamente allarmistica, che ha prodotto una drammatica caduta dei consumi dei prodotti ortofrutticoli. Il recente intervento della Corte di Cassazione sul significato delle “soglie di contaminazione”, che non sono limiti ma solo indici per procedere all’analisi del rischio sanitario, segna finalmente un passo avanti verso la verità già nota da almeno 2 anni sull’assenza di rischio sanitario dei prodotti ortofrutticoli campani, oscurata dalla campagna stampa e dalle informazioni distorte che l’hanno causata.
E’ noto a tutti l’ingente investimento della Regione Campania per ripristinare una immagine di Campania Felix soffocata dall’ aver dato spazio e voce a gente incompetente privi di credibilità scientifica (sempre accertabile in modo obbiettivo sulla rete) che ha usato in maniera sconsiderata la percezione della popolazione che vede nella perdita dei propri cari solo i nefasti effetti di anni di attività illecite di rifiuti.
Ribadiamo che gli eventuali rischi per la salute potrebbero essere, o peggio ancora essere stati a nostra insaputa altrove, specie per gli episodi tumorali che come noto richiedono tempi lunghi di azione: e questo non ci pare sia una cosa molto tranquillizzante, anzi come cittadini dovremmo sentirci anche più preoccupati. Alcuni (troppi) hanno sostenuto o sostengono che evitando i prodotti della nostra Terra si riduca il rischio di ammalarsi di cancro, tacendo ed inducendoci ad ignorare che molti fattori cancerogeni o comunque nocivi ritenuti presenti sulle verdure ed ortaggi possono solo ricadervi dall’aria, l’aria della ‪#‎terradeifuochi‬ quella stessa aria che respiriamo ogni giorno, perché -come anche il Prof Veronesi ha detto più volte- le piante hanno dei potentissimi filtri naturali nelle radici che impedisce l’assorbimento delle sostanze tossiche per l’uomo, che sono tossiche anche per gli esseri viventi in genere.

Paola Dama pubblica anche costantemente immagini dei prodotti campani che mangia, provenienti proprio dalla famigerata Terra dei Fuochi.

Chi avrà ragione? Quel che è certo è che i roghi continuano e le bonifiche non sono ancora iniziate.

4 Risposte a “Terra dei Fuochi. Paola Dama: Gigi d’Alessio non aveva torto.”

  1. Ma allora qual’è la verità? C’è un biocidio causato dal nord come urlate da anni o no? Anche secondo me non c’è mai stato nulla, però l’occasione di ciucciare soldoni ai padani dandogli la colpa era troppo ghiotta..e si è montato un teatrino, che però vi è sfuggito di mano ed ha finito per danneggiare l’unico settore sano della vostra economia, cioè l’agroalimentare.

    1. perdonami quali soldi padani? da dove sarebbero venute le aziende per la bonifica, lo sai?

      1. Ma che ne so, si aspirava a mega risarcimenti, veniva chiamata in causa confindustria che avrebbe dovuto pagare..e che ovviamente non ha pagato perchè non sono mica scemi. Con le bonifiche ci avrebbero mangiato tutti, come al solito: camorra, manodopera locale, qualche grosso gruppo nazionale. Ma il punto non è questo: per anni si è urlato al biocidio tirando in mezzo il nord, ricordi o no le trasmissioni con saviano, ruotolo ecc? Le mamme dei bimbi da napolitano? I servizi che parlavano di un sud discarica di rifiuti tossici per salvare l’asfittico manufatturiero padano? Ecco, è chiaro che tutto questo ha inevitabilmente messo in cattiva luce l’agroalimentare campano. Anche ingiustamente, ne sono perfettamente consapevole. Però allora non si può dire che c’è stata una campagna contro l’agroalimentare campano, è partito tutto da voi.

        1. Purtroppo continuano a morire bambini…i roghi tossici continuano e il traffico si rifiuti c e stato e nessuno fa o ha fatto nulla. In parte sono d’accordo con te, credo che in qualche caso ci sia stato scarso equilibrio. La domanda è per quale motivo? Sono in atto strumentalizzazioni da ambo le parti?

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