Volevo solo “campare di turismo al Sud”

Ossessionato dal mantra dell’ “a Sud potrebbero campare di turismo”, poco più di un lustro fa, approfittando di un lasciato ereditario a mio padre, (una vecchia casa tra Campania e Basilicata di cui ometto l’indicazione geografica esatta per non “sfruculiare” i revanscismi dei parenti), rincoglionito dalle insistenze dell'(allora) mia fidanzata del Nord “potreste campare di turismo”, decisi che era giunto il momento di trasformare, quell’ altrimenti poco profittevole lascito ereditario, in una opportunità di lavoro. Per campare.

L’inizio: la richiesta di finanziamento.

Per prima cosa serviva qualcuno disposto a prestarmi i soldi. La mia fidanzata del Nord allora mi suggerì: “ma come non lo sai? Qui al Sud c’è tutto un bouquet (ma come parli?!) di opportunità di finanziamento”. Mi ricordai di quella Agenzia chiamata “Sviluppo Italia” che avrebbe potuto fare al caso mio: finanziamento per la microimprenditorialità. Primo passo: avrei dovuto preparare un business plan online. Voi lo sapete che cosa è un business plan? Devo ringraziare una borsa di studio post universitaria, altrimenti il primo investimento sarebbe stato in un professionista che avrebbe potuto aiutarmi nel compito. Tre giorni di impegno matto e disparatissimo, ricerche di mercato, preventivi, calcoli, tutto allegato. “Inviamolo a Sviluppo Italia, va’ “. Alla fine il busienss plan fu partorito.

Nell’attesa mi nutrii di ulteriori preventivi di architetti, geometri ed esperti del settore per poter assolvere agli adempimenti burocratici, insomma tutto il necessario per poter iniziare non appena fosse arrivata la risposta dell’Agenzia. Trascorse un mese. Cercai di informarmi via email: “notizie della mia richiesta? – “Deve aspettare”. Aspetto.

Dopo un mese e mezzo dall’invio, la risposta: “non possiamo accogliere la sua domanda perché troppo generica”. “Allanemechivammuort!” esclamai con una vecchia imprecazione in sanscrito, “ma se vi ho scritto pure quanti cessi ho intenzione di mettere con l’indicazione del fornitore?!”.

In virtù dell’antico adagio “l’invio di energie ed influssi negativi feriscono più di una fucilata”, trascorsi quella giornata nell’invio di negatività orali ed energetiche a Sviluppo Italia (che, pettegolezzi non solo giornalistici, volevano aver finanziato in passato un campo da golf alla moglie di un governatore di regione, ormai in disgrazia).  Dopo qualche anno Sviluppo Italia chiuderà i battenti. Tiè.

La mia fidanzata del tempo, che è del Nord, mi consigliò, quindi, di chiedere un finanziamento in banca: “qui al Sud ci sono tante opportunità per i giovani imprenditori, che vogliono campare di turismo”.

Mi recai alla filiale dove “mio padre conosce il direttore”. “Che garanzie mi dai?” – “Beh la casa e il progetto, insomma pare sia così facile e redditizio campare di turismo al Sud, chi è che non erogherebbe un credito, direttò, eh!”. La mia fidanzata, che era del Nord, aggiunse con l’accento esotico del Nord: “qui potete campare mille anni col turismo”.

L’idioma la tradì. Il direttore si voltò verso di lei ma parlava a me “la signorina ovviamente ha la residenza in Padania, giusto?”. Annuii. Proseguì il direttore giocherellando con la penna (con la fedifraga scritt “Forza Milan”): “ovviamente se il prestito lo contraesse lei (come confermerà poi nel 2014 una indagine della  Confartigianato Emilia Romagna,ndr) il costo del denaro sarebbe alcuni punti percentuali più basso rispetto a quanto pagheresti se lo contraessi tu! In pratica il prestito ti costerebbe meno!”.

Poiché credo che l’amore non sia affatto eterno e se avessi fatto presentare il progetto a lei come cazzo avrei campato di turismo io, non lo so, risposi: “Non fa niente direttò, le farò sapere”.

Mi convinsi, allora, a coinvolgere un vecchio cugino di mia madre, celibe e facoltoso. Nel mentre, tutta la stagione estiva era ormai trascorsa: “ci rifaremo per Natale!” mi rassicurò la mia  fidanzata del Nord.

La cura per il cliente forestiero.

A Natale camperemo di turismo. Riuscimmo a sistemare quanto c’era da completare per l’ultima settimana di novembre, e, per rendere il servizio più esclusivo e vicino al cliente, decidemmo un servizio navetta da e per la località sperduta nel profondo Sud, non lontano da dove Cristo si era fermato.

Mio zio aveva deciso di liberarsi di un monovolume tenuto benissimo. “Ecco le chiavi, ma passaggio di proprietà e assicurazione sono a carico tuo”. ” ‘O zì non ti preoccupare col turismo possiamo campare”.

Cento e dispari euro il passaggio di proprietà e passo al preventivo Rc Auto. In vita mia non ho mai fatto un incidente (e mi gratto mentre lo scrivo), lo premetto, ma il preventivo più economico prevedeva un importo non inferiore ai MILLE (1000,00) euro. “Impossibile io ne pago la metà!”, incalzò la fidanzata del Nord. Provammo ad inserire i suoi dati nella richiesta del preventivo, residenza in quel di Padania e…come per magia la proposta di premio si dimezzò, nonostante il tamponamento con colpa di sei mesi prima. ” E che cazz, qua mi pare che la casa ce la metto io ma di turismo ci camperai tu..”.

Lasciai perdere l’idea del monovolume: “quando serve ne noleggeremo uno”. Detto fatto, ai primi di dicembre mi toccò “prelevare” due russi a Capodichino. Allora, la mia fidanzata del Nord chiese un preventivo per un monovolume con 120mila chilometri per una quindicina di giorni.

Tutto a posto, il deposito cauzionale, prima online e poi telefonicamente, ammontava a 800 euro. Ma la sorpresa arrivò quando mi presentai al banco con la patente e i documenti “A no, aspettate a noi ha telefonato una signorina del Nord..” fece l’impiegato alzando le spalle “Embè quale è il problema? E’ la mia fidanzata padana..” – “E no il problema è che se il noleggio è a carico suo, nato e residente a Napoli, la caparra sale a 2000 euro..” – “Duemila euro?! Ma guardate che la mia fidanzata non è che fa la pilota, non è che è più brava di me…” – “Ordini dell’azienda..nun ce poss fa nient, tenete, sta scritto nelle condizioni di noleggio, falla noleggiare a lei…”. E così facciamo, accompagnati dalla strizzatina d’occhio dell’addetto. Mah.

L’incubo della Salerno – Reggio Calabria

Intanto a ridosso delle festività natalizie arrivò una bella prenotazione di un mese. Il problema è che il 23 dicembre i due ospiti, figli di emigrati italiani negli Usa, che avrebbero dovuto effettuare il check in alle 12.30, proprio non si vedevano. Come inghiottiti da un flusso canalizzatore. Alle 18 decido di telefonare: “uat the faching hell, mister, nuje stamm bloccat ngopp a stà sfaccimm r’autostrada da ten auars!! Mang nu cazz ‘e train to ghet iour aus!!” Era decisamente inalberato. Un incidente sull’ eterna Salerno Reggio Calabria teneva in ostaggio i miei clienti e il primo treno utile si sarebbe fermato nella stazione a 10 chilometri da casa, soltanto il giorno successivo.

I due non sarebbero arrivati mai, in compenso, al posto loro una bella disdetta che si accompagnerà ad altrettante prenotazioni mancate perché “collegamenti scarsi”, si leggeva nei feedback di chi ci aveva raggiunti. “Arriva il Frecciarossa da voi?” , no ci sono le montagne, a stento arriva un intercity che impiega 10 ore per fare 390 chilometri.

In fondo è facile campare di turismo al Sud, senza piagnistei. Fu così che chiudemmo e ce ne andammo affanculo.