Lucania infelix: Bolognetti (Radicali) abbiamo consegnato la Basilicata tutta nelle mani di interessi che non sono quelli del Paese

“Non abbiamo bisogno di un “sussulto di responsabilità”, ma di un sussulto di dignità e di una verità che non corrisponda a quella dettata da Assomineraria. Occorre al più presto guadagnare la consapevolezza che è necessario difendere e preservare le vere ricchezze della Basilicata”. E’ quanto afferma, in una nota,Maurizio Bolognetti (segretario dei Radicali Lucani), rispondendo sulal questione petrolio al presidente della Regione, Marcello Pittella.

“Se dobbiamo seguire la strada della verità occorre al più presto applicare l’art. 251 del Codice dell’Ambiente e pubblicare l’elenco dei siti contaminati dalle attività di prospezione, ricerca, coltivazione e trasporto idrocarburi. Inutile ripetere che in Basilicata, da quasi dieci anni, una legge dello Stato viene calpestata e vilipesa; non l’unica, ahinoi. Ciò che invece gioverà ripetere a futura memoria è quanto affermava nel 2000 la Commissione Bicamerale sul Ciclo dei Rifiuti: “Nel complesso l’indagine ha censito 890 siti inquinati, la metà dei quali connessi alle attività di prospezione ed estrazione petrolifera”. L’ultima volta che in questa regione si è parlato di sviluppo auto propulsivo abbiamo registrato una crescita esponenziale della povertà relativa ed assoluta e dell’emigrazione. E non starò certo a ricordarLe, Presidente, quello che scrivevano nel rapporto “Petrolio e Ambiente” gli esperti ingaggiati nel 1996 dalla stessa Regione Basilicata: “Eventuali incidenti potrebbero recare danno alle risorse idriche compromettendo una delle principali risorse(rinnovabili) dell’area”.

Una preoccupazione più che legittima e che si è in parte già concretizzata.

Quanto al balletto sui pozzi, credo che onorare la verità significhi anche raccontare che complessivamente – come risulta sul sito dell’Unmig – in Basilicata sono stati fatti 482 “buchi per terra”. Un dato molto concreto e che poco c’entra con l’immaginario collettivo dei lucani. Certo un dato storico, ma pur sempre reale.

Questo per non dire che qualche pozzo, come risulta da un’inchiesta condotta negli anni ’90 dalla dott.ssa Macchia, è stato utilizzato anche per smaltimenti illeciti di rifiuti. Dott.ssa Macchia che, l’8 luglio 1998, così si esprimeva in sede di Commissione Bicamerale: “Le nostre indagini sulle attività dell’AGIP nel territorio della Basilicata hanno già portato ad un decreto di citazione in giudizio di cinque tra dirigenti e dipendenti; esse riguardano il ritrovamento, in un pozzo minerario esaurito, di rifiuti di origine chimica che i nostri consulenti hanno definito assolutamente incompatibili con le attività di estrazione mineraria. Si tratta quindi di rifiuti illegalmente smaltiti in questa cavità geologica profonda e lì confinati”.

Operazione verità, Presidente? Facciamola, ma fino in fondo e senza omissis.

Raccontiamola tutta la verità su questi lustri di attività minerarie senza controlli e senza monitoraggi. Spieghiamo ai lucani gli N.P. e gli N.D. che troppo spesso accompagnano i dati sulla qualità dell’aria in Val d’Agri. Raccontiamo delle preoccupazioni per l’impatto delle attività estrattive, che costantemente emergono da documenti ufficiali prodotti dalla Regione, ma – ahimè – ignoti ai più. Raccontiamo della costante sovrapposizione e commistione tra organi di controllo e controllati. Di quale verità parliamo e quale “Sblocca trivelle” ha letto, Presidente?

Quale sarebbe il successo ottenuto da noi terroni?

Per come la vedo io, abbiamo consegnato la Basilicata tutta nelle mani di interessi che non sono quelli del Paese e tanto meno della Lucania infelix.

Come hanno ottimamente spiegato i miei amici della Ola, sono stati gli stessi uffici del Dipartimento ambiente a raccontare come stanno davvero le cose. La Regione Basilicata è stata di fatto esautorata e una spada di Damocle pende sulla testa di ogni cittadino lucano, e questo anche grazie ai trucchi da treccartari che avete messo in campo. Certo, a giudicare da quello che è stato fatto, dalla svendita del territorio di già operata in questi anni, verrebbe quasi da dire che poco cambia se a decidere sarà il Governo centrale o la Regione. Ma un fatto è certo: la vittoria non c’è e ci sono, invece, tutti i presupposti per ipotizzare – come ho ripetutamente denunciato – che buona parte del territorio lucano diventi una sorta di petrol valley. Un sussulto di responsabilità? Sì, ne avremmo davvero bisogno. Così come, caro Presidente, faremmo volentieri a meno di certe immaginifiche conferenze stampa da imbonitori. Proprio vero: abbiamo bisogno di verità, ma temo che non sia quella che state provando a venderci”.