La tieni una cosa da raccontare?

Il Leone d’Argento a Paolo Sorrentino, con un film ambientato a Napoli negli anni 80, come il suo primo meraviglioso “L’Uomo in Più”, non è un caso. Partenope da qualche anno è diventata un set ricercatissimo.

Dalle seriedi successo che traggono vita daii racconti della Ferrante e di De Giovanni (L’Amica Geniale, i Bastardi di Pizzofalcone, Il Commissario Ricciardi) fino alle fiction immortali come “Un Posto al Sole” a quelle chiacchierate come Gomorra per arrivare a questa Mostra del Cinema di Venezia dove Napoli era presente in ben tre lungometraggi (si ha fatto discutere anche il fatto che Servillo fosse imprescindibile in tutti e tre) e nel premio per la miglior sceneggiatura andato all’attrice Maggie Gyllenhaal che per il suo esordio alla regia porta The lost daughter adattamento del romanzo di Elena Ferrante, La Figlia Oscura, passando per i video musicali di alcune hit di successo.
Perché se “tieni qualcosa da raccontare” servono luci ed ombre.

Come i volti di Partenope. Come le 127 scassate parcheggiate a Piazza del Plebiscito negli anni 80, quando imparammo che per scegliere tra le une (le luci) o le altre (le ombre), a Napoli, ci voleva veramente la Mano di Dio.