Nuova intervista a Schiavone: “Mi dispiace solo per i miei compaesani”

Se davvero, e parlo dell’aspetto psicologico, le parole di Carmine Schiavone, riferite all’ottima Francesca Nardi di Lunaset, nell’ultima intervista del 21 settembre, sono sincere, il senso di colpa per aver avvelenato la propria terra ed i suoi abitanti deve aver prevalso sugli aspetti economici portandolo al pentimento: solo una cosa mi dispiace, la sorte dei miei compaesani e di tutti i bambini che muoiono.

Già, perchè ormai l’intervista settimanale a Carmine Schiavone, relegata ad un’ottima emittente locale, e al tam tam di youtube, sta diventando una consuetudine. Una lunga sceneggiatura che conferma sospetti su vicende irrisolte talvolta ammantando d’un sapore cinematografico e letterario, il carico di merda che la malavita ha spalmato su questo paese.

E non è mai parco di parole e rivelazioni Carmine Schiavone, che da l’impressione di un uomo che ha paura. Il terrore che, spenti i riflettori, qualcuno possa offrirgli il famigerato caffè Sindona. Lasciandolo tacere. Mostra documenti e lancia messaggi chiari: qui c’è scritto tutto, tutto è documentato e depositato in Germania. Si sappia, muoia Sansone con tutti i filistei.

Parte dall’attualità, il pentito, e dalle rivelazioni di quel giovane collaboratore che ha sta conducendo i primi scavi nei terreni inquinati della Campania Infelix. “Scavate a 18 metri, usate gli scavatori a corda, non fermatevi in superficie! Sotto c’è dell’altro e di peggio..” suggerisce ed aggiunge che tutti gli scavi venivano fatti a “biscotto”, aggiungendo in superficie, oltre ai rifiuti tossici seppelliti in profondità, altro genere di rifiuti, solitamente, a quanto si deduce meno pericolosi dei primi. E poi la confessione di resa: stanno scavando semplicemente per placare il clamore e l’allarme sociale, sequestreranno i terreni e lasceranno tutto così com’è..e non se ne farà nulla…

Poi le ormai consuete accuse allo Stato ed ai servizi segreti, elementi border line delle istituzioni, pronti a coprire, insabbiare e dare esecuzione ad ordini decisi di comune accordo. Lo Stato ci ha sempre convissuto con la mafia, dice Schiavone raccontando il sistema d’appalti per le opere pubbliche, sui cui “mangiavano tutti” complici i mancati controlli sulla qualità dei materiali usati per le opere da costruire (ed in questo campo il collaboratore di giustizia dimostra tutta la sua competenza in materia edilizia).

Segue il racconto sul carcere, su Cutolo e Buscetta fino all’invettiva contro l’editoria italiana, colpevole di coprire ed insabbiare secondo le necessità perchè schiava dei fondi pubblici elargiti dallo Stato (e quindi dai politici) e funzionale agli interessi di chi paga.

E ti viene di maledire quel Febbraio del 1861….

Ecco l’intervista, lunga ma interessante:

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