Quei soldati borbonici e garibaldini che si combatterono negli Usa

 

Quei soldati borbonici e garibaldini che si combatterono negli Usa

Fa parte di quella storia poco nota, a volte taciuta. Quella fatta di soldati che furono nemici anche oltre i confini di uno Stato appena nato da una guerra non dichiarata.

E’ la storia dei soldati borbonici che combatterono nella guerra civile americana.

La notizia venne riportata da Pierluigi Rossi, su L’alfiere di dicembre 2009

Come spiegato nel n. 50 de L’Alfiere, soldati delle Due Sicilie, non pochi dei quali fatti prigionieri in occasione della battaglia del Volturno, furono arruolati in diverse unità dell’esercito confederato americano. Una di queste era il 10° reggimento fanteria della Louisiana, organizzato a Camp Moore in Louisiana dal colonnello Mandeville De Marigny. Questa unità fu immediatamente inviata in Virginia al fronte, ed ebbe un ruolo primario nella vittoria confederata di Manassas (21 luglio 1861), ove i Nordisti furono messi in rotta.
68 fuoriusciti mazziniani si arruolarono, invece, oltre a ungheresi, russi ed altri stranieri, nella Garibaldi Guard nordista (39° reggimento), la cui compagnia A portava la camicia rossa.
Questo reggimento, per intero, fu compreso fra gli 11.000 prigionieri fatti il 15 settembre 1862 dal generale sudista “Stonewall” Jackson dopo l’assalto alla piazzaforte nordista di Harpers Ferry nella Virginia Occidentale. 
Fu stabilito uno scambio di prigionieri, e agli italiani dell’esercito confederato, inquadrati nella Compagnia A del 10° reggimento LouÌsiana, fu dato l’incarico di scortare la Garibaldi Guard al punto di scambio; impietositi, i soldati delle Due Sicilie, per cercare di giustificarli dinanzi al colonnello Waggaman, comandante del reggimento, dissero che essendo “Yankees di casa nostra” (“They are just home made yankees”), non sapevano quel che facevano.
Si noti che nei confronti della Garibaldi Guard la corte Marziale nordista emise la sentenza della “disgrazia per vigliaccheria”, per il suo comportamento vergognoso nella battaglia di Harpers Ferry. L’intero 39° reggimento unionista fu fatto marciare a capo scoperto e con la bandiera capovolta (le stelle erano nella parte inferiore e le strisce nella superiore) sino a Camp Douglas (un campo di concentramento per prigionieri sudisti a Chicago, ove fu trattenuto per tre mesi). Furono definiti “i vigliacchi di Harpers Ferry” (cowards of Harpers Ferry) (dal blog la Veja)La notizia è stata recentemente riportata anche da Gigi di Fiore, giornalista e scrittore, sul proprio blog:Centinaia di prigionieri meridionali in divisa, su impulso di funzionari del governo americano, vennero convinti ad arruolarsi per l’esercito unionista. Altri, la maggioranza, sempre ex militari delle Due Sicilie, sbarcarono a New Orleans e si arruolarono nel Sesto reggimento Louisiana confederato.
C’è chi calcola che quei volontari, nostri antenati del sud cui si unirono anche italiani del nord in cerca di gloria, avventura e fortuna, fossero addirittura 1800. Quasi tutti morirono in quella guerra da macelleria umana. Quando il generale Lee si arrese, su 976 effettivi del Decimo fanteria Louisiana, ne erano vivi solo 18. Che storie!

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