Suggestive provocazioni a margine di #MafiaCapitale

Solo poche e provocatorie suggestioni a margine del nuovo Romanzo Criminale capitolino. Senza alcuna intenzione esaustiva o didascalica.

  • Da anni da questo blog scrivo che ormai le mafie sono diventati fenomeni tipici ed autoctoni, ricevendo sempre il solito rimbrotto che in realtà è un fenomeno importato dai meridionali, anche quando i capoccia e chi si serve dei loro servigi sono tutti indigeni (terroni free). Volendo fare una piccola e superficiale analisi storica, giusto a titolo informativo, ci sarebbe da dire che pure al Sud la mafia fu importata. Dai francesi o dagli spagnoli secondo i miti e le leggende dell’epopea mafiosa. Insomma il problema “sociologioco”, “culturale” e di “mentalità” non è solo del Sud che pure ha sviluppato gli anticorpi per affrontarlo (Pignatone, Cantone, Gratteri docunt), fatevene una ragione, prendetene atto.
  • Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, nel 2011 il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro rassicurava: “A Roma solo piccole bande, non vera mala. Roma non è Napoli”. Cos’altro aggiungere? Imbarazzante.
  • Tra gli indagati di Mafiopoli capitolina c’è anche Daniele Ozzimo, Assessore alle Politiche abitative e del Lavoro del Comune di Roma. Fermo restando il garantismo e l’innocenza presunta fino al terzo grado di giudizio, il nome ed il volto dell’Assessore non mi era nuovo. Dove lo avevo visto? Bingo! Ospite semifisso della trasmissione della domenica “L’Arena” di Giletti. Si, si, la stessa trasmissione in cui quasi ogni domenica ci si eleva a censori del malcostume quasi sempre meridionale. Si, Si, la stessa trasmissione dove si premette sempre “attenzione succede ovunque” ma poi il servizio riguarda sempre un falso invalido siciliano, il sermone educativo si sviluppa su un finto medico calabrese, il tremendo j’accuse contro l’ultras di Scampia e via dicendo. Insomma la trasmissione dalla trave nell’occhio proprio. E mo’ chi invita Giletti? Eh, la Nemesi…