Studente del Sud, emigrante? No, Grazie.

Insomma pare che sia diventato davvero insopportabile che questi studenti del Sud, si divertano a spostarsi dal loro luogo di residenza per studiare al Nord.

La cosa poi deve proprio dare tanto, ma tanto fastidio ad alcuni giornalisti de La Repubblica.

La scorsa settimana così scriveva Salvo Intravaia:

“Benvenuti al Sud”. Centinaia di studenti ammessi al test di Medicina e Odontoiatria sostenuto al Nord saranno costretti a trasferirsi se vorranno indossare il camice bianco. La graduatoria nazionale, con oltre 69mila candidati pubblicata lunedì scorso, ha infatti fornito i suoi primi responsi: atenei del Nord presi d’assalto e studenti settentrionali obbligati a spostarsi a Sud se vorranno coronare il sogno di una laurea in Medicina.

 

Manca solo l’auspicio a fornire a questi coraggiosi che si sposteranno al Sud, dei giubbotti antiproiettile e dei vaccini anti colera.

Il collega Corrado Zunino in un articolo di ieri, sempre sulla progressistissima e liberalissima Repubblica, scriveva:

Il problema (sic!,ndr) che si appalesa adesso è che otto borse su dieci (in tutto 715) sono andate a maturati del Sud. Solo il 9 per cento al Nord. Una sproporzione sensibile e per due ragioni, entrambe disdicevoli. Al Sud i voti della maturità sono da sempre più alti (per percorsi di studio spesso meno duri). E poi i ragazzi diciannovenni meridionali sono più disposti a lasciare casa e facoltà vicina, perché al Nord ci sono università più attrezzate e perché i giovani del Sud hanno la consapevolezza che per crescere socialmente l’emigrazione è un passaggio necessario.

Non me ne voglia Zunino, ma si candida a pieno titolo al Lombroso d’oro 2014 e alla gran grolla di Padania.

Questo perchè, innanzitutto, eleva a problema, insieme al collega Intavaia, il fatto che dei cittadini di quella che parrebbe essere la medesima Nazione (su questo nutro una serie di personalissimi dubbi,ma facciamo finta che sia così) si spostino per studiare in città diverse del medesimo territorio (provenendo, tra le altre cose, da un’area del paese più disagiata economicamente).

In secondo luogo perchè, non so quali scuole abbia frequentato il giornalista in questione, sembra avere delle assolute certezze rispetto al fatto che al Sud i voti della maturità sono da sempre più alti (per percorsi di studio spesso meno duri). Di grazia, ci spieghi Zunino, ha delle prove per affermare questo (mi sembra la solita solfa in salsa Invalsi)? Da quale assunto parte? Non crede che tali affermazioni alimentino inutili e stereotipati clichè? Quali sarebbero questi percorsi di studio meno duri? Latino e greco antico semplificati ad uso dei terroni? Algebra per principianti? Dispense di Fisica facilitata per discendenti di delinquenti abituali? Filosofia elementare per menti affette da fossetta occipitale?

In terzo luogo perchè sostiene che i ragazzi diciannovenni meridionali sono più disposti a lasciare casa  e rende l’emigrazione un passaggio necessario per crescere socialmente.

Io credo che il signor Zunino, sappia poco o nulla dei nuovi emigranti e fuori sede meridionali. E poco sappia di quanto, oggi, costi mantenere un figlio fuori sede. Di certo a poco servono le borse di studio quando sei costretto a pagare l’esoso affitto di una camera umida in un sottoscala, in nero (a proposito qui può trovare un video di Servizio Pubblico, proprio sui nuovi emigranti). E di sicuro non bastano al figlio dell’operaio e del cassintegrato (ed il discorso vale anche per i meritevoli non meridionali).

Provi Zunino a visitare una stazione, o un autogrill di una grande città meridionale la domenica pomeriggio. O al termine del periodo estivo o delle festività natalizie. Forse s’accorgerà che la rabbia e gli occhi lucidi fanno meno “pronti” i nuovi emigranti in partenza. Definire poi l’emigrazione interna un passaggio necessario per crescere socialmente lo trovo beffardo. Soprattutto quando la crescita sociale corrisponde ad 800euro al mese, o quando la corsa della crescita sociale si infrange contro i muri del pregiudizio ,della diffidenza , del sospetto.

Caro Zunino, mi scusi se glielo dico, ma quanto lei ha scritto non è tanto differente dal “vengono qua e si prendono i posti negli asili poi tornano al paese loro e si costruiscono le proprietà”…

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