La nazione dei terroni del mondo

C’è una piccola nazione, come racconto sempre, invisibile nascosta, che sa riconoscersi. E’ la nazione dei terroni del mondo, i meridionali del pianeta.Una nazione a cui ho scoperto di appartenere quando, in un bar, intervenendo in una di quelle oziose dispute sportive, il tempo necessario a consumare qualcosa, presentandomi come napoletano, ho incontrato il supporto dialettico di albanesi, magrebini ed africani presenti.

Quando, stupito, ho chiesto, la prima volta, ad uno di loro il motivo di quel supporto non richiesto, proprio lì ai confini col Reich PaTano mi hanno risposto con franchezza e serenità ” perché noi siamo compaesani, dobbiamo aiutarci”, conferendomi, in quanto napoletano, la cittadinanza di terrone del mondo.

Quest’oggi, nello stesso bar, sono entrati dei cinesi. Una coppia benestante, con quelle macchine che credo non potrò permettermi mai di acquistare.

Hanno cercato di guadagnare un po’ di spazio al lungo bancone, per consumare qualcosa. Inutile dire che gli si si è fatto il vuoto intorno.

Il mio amico albanese, Tony, che secondo me è il segretario cittadino dell’internazionale dei terroni, dopo qualche minuto, si è sistemato accanto a loro. Seguendo il suo esempio, al bancone si è aggiunto il maghrebino. Io sono ipocondriaco. Profondamente ipocondriaco, per questo mi sono tenuto a distanza.

Ma quando Tony , che è di Valona, si è girato verso di me e, indicando la coppia di cinesi con lo sguardo ha detto: “Sono compaesani, vieni qua”, non ho potuto sottrarmi. A quel punto si sono sentiti anche loro meno soli.

Ed allora ho capito che, un’altra delle caratteristiche della nazione dei meridionali del mondo, non è il censo, ma essere, in qualche modo, i diversi, gli “untori” addotti a ragione delle sciagure di una collettività con la coscienza troppo vicina al suo buco del culo.